martedì 16 ottobre 2012

SALUTO DI DON GIUSEPPE ALLA COMUNITA'


“Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliando non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge” (1Pt 5,2-3) esortando anche il popolo di Dio soprattutto nel prossimo anno dedicato  alla fede a “un più convito impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede” e nella ricerca amorosa del Signore.
Con queste parole, insieme a quelle che la liturgia mi ha fatto pronunciare voglio iniziare il mio ministero sacerdotale in mezzo a voi, in questa parrocchia col desiderio e l’impegno di cercare tutti insieme il Signore.
Il mio primo pensiero di affetto filiale e di stima immensa va a Lei Rev.mo Padre Arcivescovo, grazie di vero cuore nell’avermi scelto e chiamato a cooperare al suo progetto di santificazione del popolo della Diocesi, vedo veramente  il dispiegarsi del progetto di Dio per gli uomini che non è altro un progetto d’amore. Grazie, Padre!
A voi, carissimi confratelli nel sacerdozio, grazie per aver preso parte a questa liturgia, ma ancora di più per aver manifestato la forza prorompente dell’unico presbiterio che gioisce per uno dei suoi membri. Ad uno ad uno, vorrei chiamarvi e abbracciarvi per trasmettere a questo popolo la bellezza dell’unico presbiterio. Ma permettetemi di stringere più forte Don Clemente. Clemente con te ho fatto una meravigliosa esperienza di comunione sacerdotale, inoltre desidero salutare e ringraziare i sacerdoti pervenuti da altre diocesi miei carissimi amici di seminario che mi  hanno voluto onorare con la loro amichevole presenza e partecipare a questo momento gioioso di festa per me.   
A voi giovani seminaristi unitamente, ai vostri educatori Don Pino e Don Vittorio, va il mio grazie per quanto avete fatto in questi giorni. Grazie per aver fatto di tutto affinchè questa liturgia acquistasse quella dignità necessaria per ciò che insieme abbiamo celebrato.
Un ringraziamento va anche al Signor Sindaco per la sua presenza in mezzo a noi.
In questo momento, colmo di gioia e di gratitudine per quanto il Signore mi ha dato, il mio ricordo va alle comunità parrocchiali in cui, sempre a nome del Padre Arcivescovo, ho svolto il mio ministero sacerdotale: le comunità parrocchiali di Cariati e quella di San Pio X di Piragineti, con quest’ultima ho potuto sperimentare come è entusiasmante vivere alla ricerca del Signore con il popolo.  Pertanto  a questa comunità , presente con una delegazione guidata dal parroco, va il mio grazie sentito e commosso.
Carissimi parrocchiani con trepidazione mi appresto a condividere con voi un tratto importante del mio cammino sacerdotale. Con gioia ho accettato la proposta di essere vostro parroco e con la preghiera mi sono preparato ad assumere questa missione. Vengo tra voi col desiderio di servire questa comunità sull’esempio del suo celeste patrono e protettore San Giovanni Battista.
A  voi miei parrocchiani, dico sin da subito, occorre  passare da una pastorale di tutti quanti ad una pastorale di tutti insieme. Non c’è ricerca del Signore senza la comunione con il fratello, sia esso il più lontano. Tutti insieme dobbiamo cercare il Signore sapendo che questa ricerca ci fa diventare santi e ci fa partecipare all’amore che promana da Dio. Tra di noi si dovrà instaurare il clima di famiglia, che tale è e rimane malgrado le frizioni che si generano. E come unica famiglia dovremo impegnarci a fare esperienza di figli di Dio per aderire sempre di più a Gesù ed al suo Vangelo.
La Chiesa vista come luogo in cui si perpetua il messaggio di Cristo al mondo, luogo in cui ci si salva, sacramento che continua a trasmettere l’amore di Dio a noi uomini. Per questo la parrocchia, richiamando la conversione continua, dovrà impegnarsi a creare quelle condizioni atte a favorire in tutti i membri l’auto-sviluppo umano, perché come ci ricordano gli orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020: «La parrocchia vicina al vissuto delle persone e agli ambienti di vita, rappresenta la comunità educante più completa in ordine alla fede. Mediante l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la preghiera, la vita di comunione nella carità, essa offre gli elementi essenziali del cammino del credente verso la pienezza della vita in Cristo». La crescita umana e spirituale allora è la ricerca costante di Dio ci fa scoprire la bellezza di essere stati amati e poi creati da Dio. Del resto non esiste vero umanesimo che non porti a Dio.
In conclusione vorrei donarvi un’icona spirituale che ci accompagnerà in questo nuovo anno pastorale. È l’icona che vede raffigurati i discepoli di Emmaus nel riconoscere il Signore Risorto. Quello di questi due discepoli è il cammino di due credenti in Gesù, cammino che a un certo punto risulta vuoto della presenza del maestro e quindi vuoto di tutte le speranze. Ma un certo punto del loro percorso avviene l’incontro con Gesù, il quale spiega le Scritture e spezza il pane con loro. Luoghi privilegiati questi dove i discepoli di Cristo incontrano il loro Signore e si lasciano rieducare da lui per vivere di lui e per lui e con questo augurio esprimo il desiderio di ritrovarvi domani sera, prima della Celebrazione Eucaristica, come una vera famiglia alle ore 18,00 per adorare il Signore e affidare a lui questa nuova fase di vita parrocchiale.
DON GIUSEPPE RUFFO