sabato 22 dicembre 2012

MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO PER IL NATALE 2012

LA PORTA DELLA FEDE E LA PORTA DELLA GROTTA
Messaggio dell’Arcivescovo per il Natale 2012

   Chi si è recato qualche volta in Pellegrinaggio a Betlemme sa che per accedere alla Basilica della Natività esiste una porta d’ingresso particolarmente piccola che richiede, a coloro che desiderano entrare, di inchinarsi dinanzi al Mistero. Sì, proprio quella porta, un tempo così maestosa da poter essere varcata da re e sultani addirittura a cavallo, è stata abbassata e oggi sembra mettere tutti gli uomini sullo stesso piano.
   In realtà, se ci pensiamo bene, è l’Uomo Gesù che ha fatto questo. Lui è la Porta che ha messo tutti gli uomini sullo stesso piano perché si è abbassato e si è messo sullo stesso piano degli uomini, svelando quale responsabilità implichi l’essere uomo e, di conseguenza, l’essere cristiano.
   Il grido ad una presa di coscienza delle proprie responsabilità si è recentemente levato con forza dalla voce del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI: «Ciò che lascia sbigottiti è l'irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando», egli ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera, interrogato circa la situazione politica del nostro Paese, confermando come la radice dell’attuale crisi non sia «solo economica e sociale, ma culturale e morale».
   Mentre sembra superato il tempo delle palesi discriminazioni sociali, dei monarchi assoluti e dei grandi sultani che vessavano il popolo, oggi, forse, corriamo un nuovo rischio: il totalitarismo dell’irresponsabilità!È un rischio politico, certamente, ma è un rischio che ha radici ancora più remote, affondate nel terreno dell’individualismo, dell’edonismo, dell’egoismo, della superbia.
   In questo Santo Natale, dinanzi a tutte le difficoltà concrete che le famiglie e le persone vivono, vorrei gridare anch’io che, per varcare con onestà la Porta della Fede, occorre varcare la Porta della Grotta. Occorre abbassarsi e ripulire il terreno della nostra umanità dalle radici velenose dell’autosufficienza e di ogni sorta di protagonismo, per ritrovare il seme della responsabilità, più necessario proprio quando la casa brucia.
   La Grotta di Betlemme fu la prima casa di Gesù, rifiutato da coloro che vivevano nelle altre case della zona i quali, forse, non compresero di essere responsabili anche di Lui.
   Che nelle case di questa terra, nella casa che è la Chiesa, nella casa che è la nostra splendida Italia, rinasca, nell’Anno della Fede, la coscienza di come l’irresponsabilità sia terreno scivoloso che può condurre alla frammentazione di un Paese, allo smarrimento di un popolo, alla cancellazione del fratello… in definitiva, alla distruzione del senso dell’essere uomo e quindi alla disumanizzazione.
   Sì, cari amici: se la casa brucia, nessun uomo si salva da solo perché nessun uomo è uomo da solo; Gesù Bambino ce lo ricorderà nella Notte di Natale, rivelandosi non come un Dio isolato ma come il Dio fatto Uomo, l’Emmanuele, il Dio con noi.
   Sapremo ascoltarLo?
   Buon Natale. E così sia!
+ Santo Marcianò

giovedì 20 dicembre 2012

Concerto di Natale dei bambini

Concerto di Natale degli alunni della Scuola Primaria di VIA DEL SOLE
C’è bisogno d’amore.

Giorno 18 Dicembre 2012 noi alunni della scuola primaria del plesso di “ via del Sole” alle ore 10:30 abbiamo fatto un concerto nella chiesa di San Giovanni Battista. Abbiamo voluto esprimere la gioia per la nascita di Gesù.
Tutte le classi hanno cantato una o più canzoni che riguardano il Natale.  Alcuni bambini delle classi hanno recitato delle riflessioni, altri hanno suonato “Tu scendi dalle stelle” e i ragazzi della quinta A e B hanno letto una lettura per presentare queste canzoni. In quel giorno si vedeva che Gesù è veramente nato in noi.
Abbiamo terminato il concerto salutando i nostri genitori con il canto “Oh Happy Day”. Alla fine ha parlato la dirigente e quando siamo usciti ci siamo fatti la foto di gruppo.
Per noi questo concerto è stato molto bello perché abbiamo voluto ringraziare Gesù della sua presenza in mezzo a noi, come sappiamo fare noi bambini: con gioia e allegria.
Vogliamo ringraziare il nostro parroco Don Giuseppe Ruffo che ci ha dato la possibilità di vivere questo momento in chiesa.
Domenico, Rumen, Crhistian, Pasquale






mercoledì 19 dicembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Dobbiamo nutrire una compassione profonda per gli altri. Per poter avere il cuore colmo di compassione dobbiamo pregare, e soprattutto essere gentili e pieni d'amore verso i poveri. Noi pensiamo di fare tanto per i poveri, ma sono loro che ci rendono ricchi. Siamo in debito con loro. Volete fare qualcosa di bello per Dio? C'è qualcuno che ha bisogno di voi. E' la vostra occasione.

martedì 18 dicembre 2012

lunedì 17 dicembre 2012

Iniziative festività natalizie


Letterina a Gesù Bambino
Scriviamo la nostra Letterina a Gesù Bambino, le più significative verranno lette il giorno di Natale a conclusione di ogni Messa.

Concorso Il Presepe più bello
Inviateci entro il 25 dicembre la foto del vostro presepe su facebook e il più bello sarà benedetto e premiato direttamente dal Parroco il 28 dicembre alle ore 18,30.

IL PARROCO                               IL CONSIGLIO
Don Giuseppe Ruffo         PASTORALE PARROCCHIALE

sabato 15 dicembre 2012

AVVISO

ANCORA QUALCHE GIORNO DI PAZIENZA : STIAMO CERCANDO DI RIPRISTINARE TUTTO CIO' CHE ERA STATO PUBBLICATO.
LA REDAZIONE

giovedì 13 dicembre 2012

mercoledì 12 dicembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Agli studenti: Prego affinchè tutti i giovani laureati non portino con sè solo un pezzo di carta ma portino con sè amore, pace e gioia. Affinchè diventino la luce dell'amore di Dio per la nostra gente, la speranza della felicità eterna e la fiamma ardente dell'amore ovunque vadano. Affinchè diventino messaggeri dell'amore di Dio. Affinchè sappiano dare ciò che hanno ricevuto. Perchè hanno ricevuto non per tenere per sè ma per condividere con gli altri.

martedì 11 dicembre 2012

Dicembre: un giorno all'oratorio

I PREPARATIVI DELLA RECITA DI NATALE

Noi ragazzi dell’oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista stiamo preparando una recita dedicata a Gesù Bambino che ci ha donato un cuore per amare la terra e ci ha insegnato a porgere una mano a qualunque persona che viene a chiedere il nostro aiuto. Stiamo facendo le prove in oratorio e ringrazio tutte le animatrici che ci seguono passo dopo passo fino a farci migliorare sempre di più. Ringrazio Don Giuseppe Ruffo che ci ha accolti nella Parrocchia e ha seguito le nostre prove dandoci consigli.
La recita si intitola “ Nella grotta di Gesù”, si farà il 23 Dicembre 2012 alle ore 18:30, nella Parrocchia di S. Giovanni Battista. Sarà un pretesto per raccontare a tutti la nascita di Gesù sulla terra e per riflettere sul significato che ha per l’intera umanità. Siete tutti invitati a vivere con noi questo momento di riflessione e di preghiera nella magica atmosfera del Natale.
Giuseppe Pio

lunedì 10 dicembre 2012

Natale nell’arte

Dalle origini del presepe alle miniature, dalle favole sceniche alle tradizioni locali delle statuine, è tutto un susseguirsi di immagini capaci di destare emozioni e suggestioni in un’atmosfera di soavità natalizia. Ma il centro del Natale nell’arte è nelle chiese, negli affreschi, nelle rappresentazioni della Natività, nella testimonianza di vari artisti che hanno dato all’evento dell’Incarnazione un’interpretazione nella loro storia e nella loro cultura. Fin dai primi secoli del cristianesi­mo cominciano a essere raffigurati episodi legati alla storia di Gesù, so­prattutto la sua nascita. Nelle varie opere ogni artista usa la sua cultura, fantasia e stile, che sono influenzati dal periodo storico in cui vive. Nell'arte, e in particolare nella pittura, i personaggi, compresi Maria, Giuseppe e Gesù, so­no spesso rappresentati come persone comuni dell'epoca degli artisti, con stili e atteggia­menti che non appartengono alla cultura del periodo in cui visse Gesù. Queste opere d'arte nel corso dei secoli, in epoche di diffuso analfabetismo, hanno avuto il compito di illustrare e avvicinare le varie popolazioni al cristianesimo. Da sempre emozionano lo spettatore e gli fanno sen­tire più vicini avvenimenti accaduti molti secoli fa. Il biblista Gianfranco Ravasi dice che la scena della Natività, il confluire dei pastori che avanzano verso la grotta, l’adorazione solenne dei Magi con il loro sontuoso insieme di doni, costituiscono per l’arte un vero e proprio alfabeto colorato della vita, della fede, della fiducia, dell’avvio di una storia segnata dalla pace tra Dio e l’umanità e degli uomini fra loro. I Vangeli dell’infanzia di Gesù che, da testo storico, letterario e teologico quali esso sono, si sono trasformati in pietra, in colore, in immagini.  Sono un messaggio di luce destinato a tutti, a credenti e a non credenti, così che ognuno, come era accaduto ai Magi, segua la sua stella.
(testo liberamente tratto
da una manifestazione natalizia
- scuola primaria di Via del Sole 2010 - 
c/o la nostra chiesa)

domenica 9 dicembre 2012

Un Santo al mese: San Juan Diego Cuauhtlatoatzin Veggente di Guadalupe

9 dicembre 
1474 circa - Guadalupe, 1548

Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni di matrimonio, orientò tutta la sua vita a Dio. Dopo le apparizioni della S. Vergine sulla collina del Tepeyac visse santamente per 17 anni in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli aveva fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe. Giovanni Paolo II nel 1990 lo ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002. (Dal sito santiebeati.it)

giovedì 6 dicembre 2012

Dicembre; mese natalizio

Ogni anno il Natale porta con sé il calore della casa e della famiglia, il sapore e il profumo delle cose buone e genuine, il suono delle zampogne, l'albero di Natale, il Presepe, i regali, i canti di Natale… Tutte queste tradizioni contribuiscono a rendere la festa più bella, una festa che si condivide nella gioia e nel sorriso.
Il Natale é la festa religiosa cristiana con la quale si ricorda la nascita di Gesù Cristo. Il Santo Natale dovrebbe essere per tutti gli uomini la festa dell'intimità, della pace, ma l'uomo moderno l'ha trasformata in una specie di spettaco­lo frenetico e consumistico.
Noi bambini questa festa la vogliamo vivere in maniera diversa: con semplici­ed entusiasmo, come vera festa dell'amore, non di consumo. Amore verso chi sta peggio di noi e amore per la vita che ci circonda, dall'albero al gattino, dal povero all'ammalato.
Così il Natale é più bello e per noi ogni giorno sarà... NATALE.
I RAGAZZI DELL'ORATORIO

mercoledì 5 dicembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

E' semplice eppure così bella. Mi riconoscono in questa preghiera? Posso recitare questa preghiera con cuore sereno, con cuore limpido? C'è tutto: Dio, il mio prossimo, io stesso. Se perdono gli altri posso pregare. Non ci sono complicazioni e tuttavia ci complichiamo così tanto la vita, con tante cose superflue.

martedì 4 dicembre 2012

La storia del Presepe di San Francesco d’Assisi

La tradizione del presepio, tipicamente italiana, si ripropone nelle nostre case ogni anno a Natale, come segno di rinnovata accoglienza di Gesù Bambino e come ricordo della notte santa di Betlemme, quando il Figlio di Dio nacque sulla terra, in una povera grotta. È una tradizione, nata molti secoli fa ad opera di san Francesco d'Assisi, che volle organizzare una rappresentazione della nascita di Gesù a Greccio, un piccolo paese della valle di Rieti, insieme a tutti gli abitanti del posto. Così si legge nelle cronache del 1200: San Francesco realizzò il primo presepe al mondo.
Francesco era famoso in tutta la cristianità per la vita che conduceva, e molti giovani avevano lasciato beni e professione per seguirlo nel suo ideale di povertà. Egli parlava del Vangelo con tale entusiasmo che la gente e persino gli uccelli lo ascoltavano attenti. Nell’anno 1219, egli, “armato” solo del perdono e della parola di Gesù, partì crociato in oriente. Fu ricevuto dal sultano al-Malik- al-Kamil e poté visitare in pace i luoghi santi della vita del Signore. Il ricordo più intenso di questo viaggio fu la visita all’umile grotta di Betlemme ove il Signore volle nascere.
Tornato in Italia, un giorno incontrò un nobiluomo di nome Giovanni che gli chiese cosa doveva fare per seguire le vie del Signore. Francesco gli disse di prepararsi ad accogliere Gesù nel suo cuore e preparare il Natale. Per dare concretezza alla celebrazione della nascita del Bambino di Betlemme, gli chiese di ricostruire il luogo della natività in una grotta usata come stalla, di portarci del fieno e di condurci un bove e un asino. E giunge il giorno della festa: la notte di Natale del 1223. Molti pastori e contadini, artigiani e povera gente si avviarono verso la grotta portando ceri e fiaccole per illuminare la notte, che ricorda quella in cui la luce splendente della stella si accese nel cielo per illuminare tutti i giorni e tutti i tempi. Alcuni avevano portato doni per farne omaggio al Bambino e dividerli con i più poveri. Nella grotta la greppia, il “praesepium” (che in latino significa “mangiatoia” ) è come nella stalla nella quale Giuseppe e Maria trovarono riparo nel primo Natale della storia.
Nella scena commovente risplende la semplicità evangelica. Greccio è divenuta una nuova Betlemme. Tutt'intorno risuonano le voci: fra le rupi rimbalzano gli echi dei cori festosi. I frati cantano lodi al Signore e tutta la notte, chiara come fosse giorno, sussulta di gioia. Poi, su un altare improvvisato, il sacerdote celebra solennemente la Messa e Francesco, attorniato dai suoi frati, canta con voce sonora il Vangelo.
Stando davanti alla mangiatoia (al “presepio”), tutti avevano il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia. Poi Francesco parla al popolo e rievoca il neonato re povero e la piccola città di Betlemme.
Dall’anno 1228, quel luogo è stato consacrato al Signore e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché, là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell'anima e santificazione del corpo, la carne dell'Agnello Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi.
(testo liberamente tratto
da una manifestazione natalizia
- scuola primaria di Via del Sole 2010 - 
c/o la nostra chiesa)

lunedì 3 dicembre 2012

MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO PER L'AVVENTO 2012

IL GRANELLO E IL MONTE
Messaggio dell’Arcivescovo per l’Avvento 2012

Se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati
da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile
(Mt 17,20).

   Carissimi fratelli e sorelle,
   è l’Avvento. Ed è l’Avvento dell’Anno che la Chiesa dedica alla fede.
L’Avvento, come ogni tempo liturgico, è fatto per farci crescere nella fede. E se la fede deve crescere significa che essa è già in noi. Sì, noi possediamo il dono della fede: lo abbiamo ricevuto nel Battesimo, lo riceviamo ogni giorno nei sacramenti. Esso tuttavia, deve crescere.
   Se avete fede quanto un granello di senape… Le parole che Gesù rivolge a noi come ai discepoli indicano la via di questa crescita: la nostra fede dovrà essere simile a un granello di senape; così, sarà fede in grado di spostare le montagne.
   Può sembrarci strano. La fede, per crescere, deve diventare come un piccolo seme; questo seme, addirittura, sarà capace di spostare un’enorme montagna... Per capire come sia possibile dobbiamo capire perché Gesù parla proprio del granello di senape.
   «Esso è il più piccolo di tutti i semi – Egli spiega - ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre
piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami
» (Mt
13,32).
   Il granello di senapa è il seme più piccolo e anche la fede è così. La fede cresce quando ci fa piccoli perché ci mette in relazione con Colui che è grande; è questa relazione che, poi, ci spinge a farci realmente e concretamente piccoli nei rapporti con gli altri. Anche Dio si è fatto piccolo; e l’Avvento ci porta ad attendere un Dio piccolo, un Dio Bambino.
   Il granello di senape diventa l’albero più grande. Ma non diventa grande per sé: diventa grande per accogliere con i suoi rami gli uccelli del cielo che vengono a fare il proprio nido. La fede cresce se ci fa grandi per aprire il cuore, la mente, le braccia ai fratelli, soprattutto a coloro che hanno bisogno di un luogo dove fare il proprio nido, dove costruire la propria casa. Coloro che non troverebbero dimora, accoglienza, forse neppure diritto alla vita senza il nostro impegno e il nostro servizio. L’Avvento ci ricorda che noi attendiamo un Dio “escluso” fin dalla sua nascita e oggi escluso dal pensiero post moderno; un Dio che non trovava e non trova facilmente posto, dimora nel mondo e che vuole essere da noi riconosciuto in tutti gli esclusi, in tutti coloro ai quali vengono chiuse le porte delle case e le porte del mondo, prima e dopo la nascita.
   Carissimi fratelli e sorelle,
   è questa la fede che cresce e può addirittura spostare, sradicare le montagne. Il granellino di senapa, da solo, non potrebbe nulla. Ma quando cresce non crescono solo i suoi rami, si approfondiscono anche le sue radici. E le radici di un albero penetrano nel terreno, aprono delle crepe, spostano tutto quanto sta sopra, anche le montagne!
   Che l’Avvento, che questo Avvento, ci radichi sempre più profondamente in Cristo, con una fede capace di sconvolge le profondità e cambiare la superficie del mondo. La fede di quel seme che ha accettato di essere piccolo e, così, di diventare grande come il piccolo Bambino che attende: grande nell’accoglienza e nell’amore dei fratelli.
   E così sia!
Rossano, 1 dicembre 2012
Santo Marcianò

giovedì 29 novembre 2012

IL CODICE PURPUREO NELLA NOSTRA CHIESA

ARRIVO DEL CODEX PURPUREUS IN PARROCCHIA
GIORNO 25 NOVEMBRE 2012 NELLA NOSTRA PARROCCHIA E’ STATO ACCOLTO IL CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS, CHE IN OCCASIONE DELL’ANNO DELLA FEDE ITINERA NELLE PARROCCHIE DELLA DIOCESI.
ALLE ORE 19:00 CI SIAMO RITROVATI TUTTI IN PIAZZA DANTE DOVE DON GIUSEPPE HA RICEVUTO IL CODEX PURPUREUS DA DON UMBERTO.

DOPO IN PROCESSIONE ABBIAMO ACCOMPAGNATO IL CODICE PURPUREO IN PARROCCHIA.
ARRIVATI IN CHIESA ABBIAMO FATTO UNA VEGLIA DI PREGHIERA ALLA QUALE HANNO PARTECIPATO TANTI FEDELI.

IL 28 NOVEMBRE NOI RAGAZZI DELL’ORATORIO CI SIAMO RITROVATI INSIEME A PREGARE DAVANTI A QUESTO PREZIOSO (SOPRATTUTTO PREZIOSO PER LA NOSTRA FEDE) EVANGELARIO E POI DON GIUSEPPE L’HA CONSEGNATO A DON UMBERTO CHE L’HA PORTATO ALLA COMUNITA’ SORELLA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI A SORRENTI.
LA REDAZIONE

mercoledì 28 novembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Come si impara a pregare? Quando i discepoli chiesero a Gesù come pregare, Egli non insegnò loro alcun metodo o tecnica. Egli disse che dovremmo parlare a Dio come fosse nostro Padre, un Padre amorevole. Recitiamo questa preghiera e applichiamola alla nostra vita: "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male".

martedì 27 novembre 2012

CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS

Itineranza del Codex Purpureus
nelle parrocchie e nelle comunità della diocesi
Parrocchia “San Giovanni Battista“ Mirto
26-28 novembre 2012

Il "Codex Purpureus Rossanensis" è un manoscritto del Nuovo Testamento di straordinario interesse dal punto di vista sia biblico e religioso, sia artistico, paleografico e storico, sia documentario.
È conservato nel Museo diocesano di Rossano e contenente un evangeliario con testi di Matteo e Marco, del quale  mancano solo i versetti 15-20, e  una parte della lettera di Eusebio a Copiano sulla concordanza dei Vangeli.Deve il nome "Purpureus" al fatto che le sue pagine sono rossastre (in latino purpureus) e contiene una serie di miniature che ne fanno uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento conservatisi.
È composto di 188 fogli di pergamena lavorata, tinta in colore purpureo (31x26 cm). In origine conteneva tutti e quattro i vangeli canonici, come si evince dalla prima miniatura con i simboli dei quattro evangelisti e pertanto doveva contare circa 400 fogli. Si tratta di un testo adespoto (se ne ignorano, infatti, gli autori). La grafia in cui è redatto è la maiuscola biblica o greca onciale, con termini in scriptio continua (senza separazione delle parole), privi di accenti, segni di interpunzione, eccetto il punctum che segna il passaggio da un periodo all’altro. 
Il manoscritto riporta testi vergati in oro ed argento ed è impreziosito da 14 miniature, accompagnate in calce di cartigli descrittivi, che illustrano i momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù.
Il testo è distribuito su due colonne di venti righe, di cui le prime tre, che costituiscono l’incipit dei Vangeli, presentano i caratteri in oro, mentre il resto è in argento. 
Le miniature conservate nel Codice sono quindici. Di esse, dodici raffigurano episodi della vita di Cristo, una riproduce il Canone della concordanza degli evangelisti, mentre l’ultima è un ritratto di Marco.
Non ci sono elementi per poter stabilire con sicurezza la datazione del Codice Purpureo, il luogo in cui fu realizzato e l’identità di chi lo portò a Rossano. La maggior parte degli studiosi, basandosi sullo stile del manoscritto, per quanto concerne la datazione, concordano su un periodo compreso tra il IV e il VI-VII secolo. Il secolo più accreditato è il VI. Dal confronto con altri manufatti coevi, di localizzazione certa, si evince che, probabilmente, il Codex è stato realizzato in Siria, forse ad Antiochia.
Si ipotizza anche che l’ondata migratoria dei monaci greco-orientali avvenuta nel VII, a causa del primo iconoclasmo, abbia condotto a Rossano un gruppo di monaci che custodivano il prezioso Testo Sacro.
Ma non è da escludere anche che sia stato un nobile aristocratico della corte di Bisanzio a recarlo a Rossano.Il testo fu segnalato per la prima volta nel 1846 dal giornalista Cesare Malpica.Fu ritrovato nel 1879 all'interno della sacrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita di Rossano da Adolf von Harnack e pubblicato subito dopo da Oscar von Gebhardt. Gli studiosi tedeschi von Gebhardt e von Harnack lo studiarono scientificamente e lo sottoposero all’attenzione della cultura internazionale.
Il Codex Purpureus Rossanensis è nell’elenco delle candidature per essere riconosciuto dall’UNESCO fra i beni eccellenti del patrimonio artistico mondiale.
(testo tratto dal Sito dei beni culturali della Diocesi)

lunedì 26 novembre 2012

L'ANNO DELLA FEDE NELLA NOSTRA DIOCESI

Le iniziative dell' “anno delle fede” in Diocesi:
- una lampada accesa accanto al fonte battesimale,
- la Festa del Battesimo in Cattedrale,
- l’itineranza del Codex Purpureus nelle parrocchie;
- incontri di formazione sui documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II e sul Catechismo della Chiesa Cattolica,
- il riavvio della Scuola di preghiera tenuta dall’Arcivescovo nelle tre zone pastorali della Diocesi (Rossano-Mirto-Corigliano),
- gli esercizi spirituali con percorsi distinti per il clero, i laici e i giovani;  
- incontri di preghiera presso la Casa Madonna del Buon Consiglio delle monache agostiniane;
- l’elaborazione del Direttorio catechistico;
- la proposta della Missione in tutte le vicarie a cura delle Aggregazioni laicali e dei movimenti ecclesiali;
- la promozione di Missioni popolari parrocchiali;
- l’invito ad una collaborazione interparrocchiale,
- una cura particolare per la famiglia,
- una riscoperta della propria responsabilità di cristiani manifestando una maggiore incisività sociale per poter intervenire nelle situazioni di disagio;
- l’attenzione ai giovani con la realizzazione della Festa annuale dei giovani di cui saranno promotori e protagonisti;
- il Sinodo dei giovani,
- l’importanza per i pellegrinaggi diocesani: quello mariano nella Festa dell’Immacolata, nella Terra Santa nel periodo estivo, a Roma sulla tomba di San Pietro e degli Apostoli; a Roma con i disabili per l’Udienza Papale a marzo, i giovani a Rio de Janeiro a luglio, per la GMG,
- l’indizione dei Pellegrinaggi delle singole Vicarie in Cattedrale,
- l’indulgenza plenaria durante tutto l’Anno della Fede che, alle condizioni previste dalla Chiesa, si potrà lucrare presso la Cattedrale di Rossano, la Concattedrale di Cariati, il Santuario S. Maria delle Grazie a Spezzano, il Santuario S. Maria ad Nives in Schiavonea, la Chiesa S. Maria Assunta in Longobucco.

LA REDAZIONE

mercoledì 21 novembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Tutto nasce dalla preghiera. Se non chiediamo amore a Dio, non possiamo avere amore e ancora meno possiamo donarlo agli altri. Proprio come coloro che oggi parlano tanto di povertà ma non conoscono nè parlano ai poveri, anche noi non possiamo parlare tanto di preghiera senza sapere come pregare.

martedì 20 novembre 2012

lunedì 19 novembre 2012

ANNO DELLA FEDE: IL LOGO

Su un campo quadrato, bordato, è simbolicamente rappresentata una barca, immagine della Chiesa, in navigazione su dei flutti graficamente appena accennati, e il cui albero maestro è una croce che issa delle vele che con dei segni dinamici realizzano il trigramma di Cristo; inoltre lo sfondo delle vele è un sole che associato al trigramma rimanda anche all'eucaristia.

sabato 17 novembre 2012

Un santo al mese: Sant' Elisabetta d'Ungheria Religiosa

17 novembre
Presburgo, Bratislava, 1207 - Marburgo, Germania, 17 novembre 1231

A quattro anni di età è già fidanzata. Suo padre, il re Andrea II d’Ungheria e la regina Gertrude sua madre l’hanno promessa in sposa a Ludovico, figlio ed erede del sovrano di Turingia (all’epoca, questa regione tedesca è una signoria indipendente, il cui sovrano ha il titolo di Landgraf, langravio). E subito viene condotta nel regno del futuro marito, per vivere e crescere lì, tra la città di Marburgo e Wartburg il castello presso Eisenach.
Nel 1217 muore il langravio``di Turingia, Ermanno I. Muore scomunicato per i contrasti politici con l’arcivescovo di Magonza, che è anche signore laico, principe dell’Impero. Gli succede il figlio Ludovico, che nel 1221 sposa solennemente la quattordicenne Elisabetta. Ora i sovrani sono loro due. Lei viene chiamata “Elisabetta di Turingia”. Nel 1222 nasce il loro primo figlio, Ermanno. Seguono due bambine: nel 1224 Sofia e nel 1227 Gertrude. Ma quest’ultima viene al mondo già orfana di padre.
Ludovico di Turingia si è adoperato per organizzare la sesta crociata in Terrasanta , perché papa Onorio III gli ha promesso di liberarlo dalle intromissioni dell’arcivescovo di Magonza. Parte al comando dell’imperatore Federico II.``Ma non vedrà la Palestina: lo uccide un male contagioso a Otranto.
Vedova a vent’anni con tre figli, Elisabetta riceve indietro la dote, e c’è chi fa progetti per lei: può risposarsi, a quell’età , oppure entrare in un monastero come altre regine , per viverci da regina, o anche da penitente in preghiera , a scelta. Questo le suggerisce il confessore. Ma lei dà retta a voci francescane che si fanno sentire in Turingia , per dire da che parte si può trovare la “perfetta letizia”. E per i poveri offre il denaro della sua dote (si costruirà un ospedale). Ma soprattutto ai poveri offre l’intera sua vita. Questo per lei è realizzarsi: facendosi come loro. Visita gli ammalati due volte al giorno, e poi raccoglie aiuti facendosi mendicante. E tutto questo rimanendo nella sua condizione di vedova, di laica.
Dopo la sua morte, il confessore rivelerà che, ancora vivente il marito, lei si dedicava ai malati, anche a quelli ripugnanti:” Nutrì alcuni, ad altri procurò un letto, altri portò sulle proprie spalle, prodigandosi sempre, senza mettersi tuttavia in contrasto con suo marito“. Collocava la sua dedizione in una cornice di normalità, che includeva anche piccoli gesti “esteriori”, ispirati non a semplice benevolenza, ma a rispetto vero per gli “inferiori”: come il farsi dare del tu dalle donne di servizio. Ed era poi attenta a non eccedere con le penitenze personali ,che potessero indebolirla e renderla meno pronta all’aiuto. Vive da povera e da povera si ammala, rinunciando pure al ritorno in Ungheria, come``vorrebbero i suoi genitori, re e regina.
Muore in Marburgo a 24 anni, subito “gridata santa” da molte voci, che inducono papa Gregorio IX a ordinare l’inchiesta``sui prodigi che le si attribuiscono.``Un lavoro reso difficile da complicazioni anche tragiche: muore assassinato il confessore di lei; l’arcivescovo di Magonza cerca di sabotare le indagini. Ma Roma le fa riprendere. E si arriva alla canonizzazione nel 1235 sempre a opera di papa Gregorio. I suoi resti, trafugati da Marburgo durante i conflitti al tempo della Riforma protestante, sono ora custoditi in parte a Vienna. E’ compatrona dell’Ordine Francescano secolare assieme a S. Ludovico. (Dal sito santiebeati.it)

mercoledì 14 novembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Qualche tempo fa una donna venne da me con il suo bambino e disse: "Madre, sono stata in due o tre posti a elemosinare cibo, perchè sono tre giorni che non mangiamo, ma mi è stato detto che sono giovane e che dovrei lavorare e guadagnarmi da vivere. Così nessuno mi ha dato niente". Andai a prenderle del cibo, ma quando tornai il bambino che teneva tra le braccia era morto di fame.

martedì 13 novembre 2012

ORARI E ATTIVITA'

ORARI DELLE ATTIVITA’ DELL'ORATORIO
LUNEDI’* ORE 16,00 Doposcuola
* ORE 16,30 - 18,00 “ORATORIO per i ragazzi della Scuola Primaria (classe 5°), Media e Superiori"
* ORE 20,00 CORSO IN PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
* ORE 21,00 ATTIVITA' DI BALLO
MARTEDI'* ORE 16,00 Catechismo prima Confessione
* ORE 17,00
ORATORIO per i ragazzi della Scuola Primaria (classi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°), Media
MERCOLEDI’* ORE 16,00 Doposcuola* ORE 16,30 - 18,00 “ORATORIO per i ragazzi della Scuola Primaria (classe 5°), Media"
GIOVEDI’* ORE 16,30 - 18,15 “ORATORIO per i ragazzi della Scuola Primaria (classi 1°-2°-3°-4°)".
* ORE 18,30 A.C. GIOVANISSIMI
VENERDI’* ORE 20,00 CORSO IN PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
* ORE 20,30 A.C. GIOVANI
SABATO
* ORE 15,15 GRUPPO MINISTRANTI
* ORE 16,00 A.C.R. (dai 4 ai 14 anni)

ORARI DELLE ATTIVITA’ PARROCCHIALI
SANTE MESSE
FERIALI: ORE   8,00 (lunedì - sabato)
                 ORE 17,30 (lunedì - venerdì /novembre - dicembre)
FESTIVI: ORE 10,00
               
ORE 17,30

ADORAZIONE EUCARISTICA
OGNI      LUNEDI'                         DALLE ORE 16,30 ALLE ORE 17,30
OGNI 1° VENERDI' DEL MESE DALLE ORE 08,30 ALLE ORE 17,15
OGNI 3° GIOVEDI'  DEL MESE DALLE ORE 21,30 ALLE ORE 07,30

Scuola diocesana di preghiera
Parrocchia "S. Francesco d'Assisi" Sorrento - Crosia: 23 nov. - 15 feb. - 10 mag. ore 19,30

lunedì 12 novembre 2012

ARCOWEB

Da quando abbiamo "aperto" il nostro giornalino web dell'Oratorio, abbiamo cercato un "nome" appropriato che potesse dare con una parola anche un messaggio e presentare la particolarità di questo strumento di comunicazione.
Abbiamo chiesto di partecipare a questa ricerca anche gli amici di facebook della Parrocchia.
Dopo aver esaminato attentamente tutte le valide proposte pervenute e dopo aver discusso in redazione, la scelta si è fermata sul nome "ARCOWEB".
Tante le motivazioni ... l'arcobaleno è:
- nella Bibbia, il segno della pace, dell'alleanza con Dio;
- nella Lettera pastorale del nostro Arcivescovo, Mons. Santo Marcianò, il segno della fede, il ponte che ci unisce a Dio;
- nelle leggi della Fisica, le particelle di umidità che la luce divide in colori...
E dunque l'arcobaleno ci comunica che:
siamo nell'anno della fede, è la nostra fede che fa sì che il "temporale" delle nostre "miserie" sia finito, Dio ci riconcilia a sè e possiamo dialogare con Lui, la luce dell'Amore di Dio ci colora la vita, noi vogliamo comunicare a tutti il colore della nostra vita anche con i moderni mezzi che ce lo possono permettere... per cui evviva ARCOWEB!
LA REDAZIONE

giovedì 8 novembre 2012

LETTERA A DON GIUSEPPE

Caro signor parroco,
sono una piccola giornalista che frequenta l'oratorio.
Vorrei sapere un pò di lei......
Io so che si chiama Don Giuseppe Ruffo e viene da Corigliano, fa il parroco nella chiesa di San Giovanni Battista in Mirto.
Vorrei sapere se è contento di quello che fa, anche se a vederla direi proprio di sì, dato che è sempre sorridente!!!
Me la può togliere una curiosità? Per lei la chiesa è un sorso di limonata in un bicchiere o una bella vita, ricca di gioia, serenità e soddisfazioni?
Lei passa molto tempo in chiesa, intere giornate non solo per pregare, ma anche per accogliere noi ragazzi in oratorio e compiere gesti generosi per i poveri.....
Grazie di aver letto la mia lettera...... e di aver ascoltato il mio pensiero.... non è che un piccolo pezzo di articolo che le ho voluto dedicare.
La sua bella ed adorabile Rachy

mercoledì 7 novembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

La carità comincia oggi. Oggi qualcuno sta soffrendo, oggi qualcuno è in mezzo alla strada, oggi qualcuno ha fame. Il nostro lavoro è per oggi, perchè ieri è trascorso, domani non è ancora venuto. Abbiamo solo oggi per far conoscere Gesù, per amarlo, servirlo, nutrirlo, vestirlo, dargli un riparo. Non aspettate domani. Domani non li troveremo se oggi non li sfamiamo.

martedì 6 novembre 2012

NOVEMBRE: UN GIORNO ALL'ORATORIO

Ogni lunedì e mercoledì all'Oratorio di San Giovanni Battista, stiamo tutti insieme, ci divertiamo, giochiamo, stiamo in allegria, facciamo nuove amicizie, cantiamo, balliamo e impariamo a fare tanti lavori nuovi.
Un giorno abbiamo fatto una cosa che non avevamo mai fatto: abbiamo lavorato con la pasta di sale. Le animatrici ci hanno dato formine e pasta di sale. Ci hanno insegnato a fare la rosa, il cuore, la farfalla, il cane... insomma, ci siamo divertiti un mondo.
Dopo un paio di giorni i lavoretti si sono asciugati e induriti e li abbiamo colorati con gli acquerelli.

Sono giornate meravigliose e non le dimenticheremo mai.
ISABELLA E ANDREA

lunedì 5 novembre 2012

IL FIORE DELLA CARITA'

ROSSANO (CS) – Venerdì, 2 Novembre 2012 – Tutela del creato, corretto utilizzo delle risorse, risparmio, sobrietà e beneficenza nell'atmosfera della imminente ricorrenza del giorno dei Defunti. È, a queste finalità, che si ispira l'iniziativa del Centro Diocesano Pastorale della Carità dal titolo “Diamo un aiuto a chi non ce l'ha con il Fiore della Carità”.


Raccogliere offerte per i più bisognosi, fare donazioni alternative al consumo, e spesso allo sperpero di fiori e piante, destinati ad essere presto cestinati. È, questo, l'auspicio che la CARITAS diretta da Don Vincenzo MICELI vuole condividere con la Città, nello spirito del messaggio diocesano ribadito in ogni occasione da Mons. Santo MARCIANÒ.


A tal fine, quindi, all’ingresso del complesso cimiteriale, DA MARTEDÍ 30 OTTOBRE FINO A DOMENICA 4 NOVEMBRE, dalla mattina alla sera, saranno presenti diversi stand con i volontari della Caritas ed i referenti della Diocesi.


L'offerta in denaro è una delle forme attraverso cui esprimere vicinanza verso il prossimo nel bisogno. Può essere l'inizio di un coinvolgimento verso i poveri che diventa carità vera. Il contributo di tutti è molto importante, prezioso. Il gesto della donazione – sottolineano i promotori – è come un fiore, ma che non appassisce.

venerdì 2 novembre 2012

Novembre: mese dei Santi e dei Defunti

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro - Giovedì, 1° novembre 2012

Cari fratelli e sorelle!
Oggi abbiamo la gioia di incontrarci nella solennità di Tutti i Santi. Questa festa ci fa riflettere sul duplice orizzonte dell’umanità, che esprimiamo simbolicamente con le parole “terra” e “cielo”: la terra rappresenta il cammino storico, il cielo l’eternità, la pienezza della vita in Dio. E così questa festa ci fa pensare alla Chiesa nella sua duplice dimensione: la Chiesa in cammino nel tempo e quella che celebra la festa senza fine, la Gerusalemme celeste. Queste due dimensioni sono unite dalla realtà della «comunione dei santi»: una realtà che comincia quaggiù sulla terra e raggiunge il suo compimento in Cielo. Nel mondo terreno, la Chiesa è l’inizio di questo mistero di comunione che unisce l’umanità, un mistero totalmente incentrato su Gesù Cristo: è Lui che ha introdotto nel genere umano questa dinamica nuova, un movimento che la conduce verso Dio e al tempo stesso verso l’unità, verso la pace in senso profondo. Gesù Cristo - dice il Vangelo di Giovanni (11,52) - è morto «per riunire insieme i figli di Dio dispersi», e questa sua opera continua nella Chiesa che è inseparabilmente «una», «santa» e «cattolica». Essere cristiani, far parte della Chiesa significa aprirsi a questa comunione, come un seme che si schiude nella terra, morendo, e germoglia verso l’alto, verso il cielo.
I Santi - quelli che la Chiesa proclama tali, ma anche tutti i santi e le sante che solo Dio conosce, e che oggi pure celebriamo - hanno vissuto intensamente questa dinamica. In ciascuno di loro, in modo molto personale, si è reso presente Cristo, grazie al suo Spirito che opera mediante la Parola e i Sacramenti. Infatti, l’essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalità, ma la apre, la trasforma con la forza dell’amore, e le conferisce, già qui sulla terra, una dimensione eterna. In sostanza, significa diventare conformi all’immagine del Figlio di Dio (cfr Rm 8,29), realizzando il progetto di Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Ma questo inserimento in Cristo ci apre - come avevo detto - anche alla comunione con tutti gli altri membri del suo Corpo mistico che è la Chiesa, una comunione che è perfetta nel «Cielo», dove non c’è alcun isolamento, alcuna concorrenza o separazione. Nella festa di oggi, noi pregustiamo la bellezza di questa vita di totale apertura allo sguardo d’amore di Dio e dei fratelli, in cui siamo certi di raggiungere Dio nell’altro e l’altro in Dio. Con questa fede piena di speranza noi veneriamo tutti i santi, e ci prepariamo a commemorare domani i fedeli defunti. Nei santi vediamo la vittoria dell’amore sull’egoismo e sulla morte: vediamo che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna, e dà senso al presente, ad ogni attimo che passa, perché lo riempie d’amore, di speranza. Solo la fede nella vita eterna ci fa amare veramente la storia e il presente, ma senza attaccamenti, nella libertà del pellegrino, che ama la terra perché ha il cuore in Cielo.

La Vergine Maria ci ottenga la grazia di credere fortemente nella vita eterna e di sentirci in vera comunione con i nostri cari defunti.

mercoledì 31 ottobre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

E' molto importante rendersi conto che l'amore, per essere vero, deve far male. Devo essere disposto a donare tutto quanto è necessario per fare del bene agli altri, non per ferirli, Ma questo comporta l'essere disposti a dare finchè non fa male. Altrimenti in me non c'è vero amore e io non porto nè giustizia nè pace a coloro che stanno intorno a me.