sabato 22 dicembre 2012

MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO PER IL NATALE 2012

LA PORTA DELLA FEDE E LA PORTA DELLA GROTTA
Messaggio dell’Arcivescovo per il Natale 2012

   Chi si è recato qualche volta in Pellegrinaggio a Betlemme sa che per accedere alla Basilica della Natività esiste una porta d’ingresso particolarmente piccola che richiede, a coloro che desiderano entrare, di inchinarsi dinanzi al Mistero. Sì, proprio quella porta, un tempo così maestosa da poter essere varcata da re e sultani addirittura a cavallo, è stata abbassata e oggi sembra mettere tutti gli uomini sullo stesso piano.
   In realtà, se ci pensiamo bene, è l’Uomo Gesù che ha fatto questo. Lui è la Porta che ha messo tutti gli uomini sullo stesso piano perché si è abbassato e si è messo sullo stesso piano degli uomini, svelando quale responsabilità implichi l’essere uomo e, di conseguenza, l’essere cristiano.
   Il grido ad una presa di coscienza delle proprie responsabilità si è recentemente levato con forza dalla voce del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI: «Ciò che lascia sbigottiti è l'irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando», egli ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera, interrogato circa la situazione politica del nostro Paese, confermando come la radice dell’attuale crisi non sia «solo economica e sociale, ma culturale e morale».
   Mentre sembra superato il tempo delle palesi discriminazioni sociali, dei monarchi assoluti e dei grandi sultani che vessavano il popolo, oggi, forse, corriamo un nuovo rischio: il totalitarismo dell’irresponsabilità!È un rischio politico, certamente, ma è un rischio che ha radici ancora più remote, affondate nel terreno dell’individualismo, dell’edonismo, dell’egoismo, della superbia.
   In questo Santo Natale, dinanzi a tutte le difficoltà concrete che le famiglie e le persone vivono, vorrei gridare anch’io che, per varcare con onestà la Porta della Fede, occorre varcare la Porta della Grotta. Occorre abbassarsi e ripulire il terreno della nostra umanità dalle radici velenose dell’autosufficienza e di ogni sorta di protagonismo, per ritrovare il seme della responsabilità, più necessario proprio quando la casa brucia.
   La Grotta di Betlemme fu la prima casa di Gesù, rifiutato da coloro che vivevano nelle altre case della zona i quali, forse, non compresero di essere responsabili anche di Lui.
   Che nelle case di questa terra, nella casa che è la Chiesa, nella casa che è la nostra splendida Italia, rinasca, nell’Anno della Fede, la coscienza di come l’irresponsabilità sia terreno scivoloso che può condurre alla frammentazione di un Paese, allo smarrimento di un popolo, alla cancellazione del fratello… in definitiva, alla distruzione del senso dell’essere uomo e quindi alla disumanizzazione.
   Sì, cari amici: se la casa brucia, nessun uomo si salva da solo perché nessun uomo è uomo da solo; Gesù Bambino ce lo ricorderà nella Notte di Natale, rivelandosi non come un Dio isolato ma come il Dio fatto Uomo, l’Emmanuele, il Dio con noi.
   Sapremo ascoltarLo?
   Buon Natale. E così sia!
+ Santo Marcianò

giovedì 20 dicembre 2012

Concerto di Natale dei bambini

Concerto di Natale degli alunni della Scuola Primaria di VIA DEL SOLE
C’è bisogno d’amore.

Giorno 18 Dicembre 2012 noi alunni della scuola primaria del plesso di “ via del Sole” alle ore 10:30 abbiamo fatto un concerto nella chiesa di San Giovanni Battista. Abbiamo voluto esprimere la gioia per la nascita di Gesù.
Tutte le classi hanno cantato una o più canzoni che riguardano il Natale.  Alcuni bambini delle classi hanno recitato delle riflessioni, altri hanno suonato “Tu scendi dalle stelle” e i ragazzi della quinta A e B hanno letto una lettura per presentare queste canzoni. In quel giorno si vedeva che Gesù è veramente nato in noi.
Abbiamo terminato il concerto salutando i nostri genitori con il canto “Oh Happy Day”. Alla fine ha parlato la dirigente e quando siamo usciti ci siamo fatti la foto di gruppo.
Per noi questo concerto è stato molto bello perché abbiamo voluto ringraziare Gesù della sua presenza in mezzo a noi, come sappiamo fare noi bambini: con gioia e allegria.
Vogliamo ringraziare il nostro parroco Don Giuseppe Ruffo che ci ha dato la possibilità di vivere questo momento in chiesa.
Domenico, Rumen, Crhistian, Pasquale






mercoledì 19 dicembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Dobbiamo nutrire una compassione profonda per gli altri. Per poter avere il cuore colmo di compassione dobbiamo pregare, e soprattutto essere gentili e pieni d'amore verso i poveri. Noi pensiamo di fare tanto per i poveri, ma sono loro che ci rendono ricchi. Siamo in debito con loro. Volete fare qualcosa di bello per Dio? C'è qualcuno che ha bisogno di voi. E' la vostra occasione.

martedì 18 dicembre 2012

lunedì 17 dicembre 2012

Iniziative festività natalizie


Letterina a Gesù Bambino
Scriviamo la nostra Letterina a Gesù Bambino, le più significative verranno lette il giorno di Natale a conclusione di ogni Messa.

Concorso Il Presepe più bello
Inviateci entro il 25 dicembre la foto del vostro presepe su facebook e il più bello sarà benedetto e premiato direttamente dal Parroco il 28 dicembre alle ore 18,30.

IL PARROCO                               IL CONSIGLIO
Don Giuseppe Ruffo         PASTORALE PARROCCHIALE

sabato 15 dicembre 2012

AVVISO

ANCORA QUALCHE GIORNO DI PAZIENZA : STIAMO CERCANDO DI RIPRISTINARE TUTTO CIO' CHE ERA STATO PUBBLICATO.
LA REDAZIONE

giovedì 13 dicembre 2012

mercoledì 12 dicembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Agli studenti: Prego affinchè tutti i giovani laureati non portino con sè solo un pezzo di carta ma portino con sè amore, pace e gioia. Affinchè diventino la luce dell'amore di Dio per la nostra gente, la speranza della felicità eterna e la fiamma ardente dell'amore ovunque vadano. Affinchè diventino messaggeri dell'amore di Dio. Affinchè sappiano dare ciò che hanno ricevuto. Perchè hanno ricevuto non per tenere per sè ma per condividere con gli altri.

martedì 11 dicembre 2012

Dicembre: un giorno all'oratorio

I PREPARATIVI DELLA RECITA DI NATALE

Noi ragazzi dell’oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista stiamo preparando una recita dedicata a Gesù Bambino che ci ha donato un cuore per amare la terra e ci ha insegnato a porgere una mano a qualunque persona che viene a chiedere il nostro aiuto. Stiamo facendo le prove in oratorio e ringrazio tutte le animatrici che ci seguono passo dopo passo fino a farci migliorare sempre di più. Ringrazio Don Giuseppe Ruffo che ci ha accolti nella Parrocchia e ha seguito le nostre prove dandoci consigli.
La recita si intitola “ Nella grotta di Gesù”, si farà il 23 Dicembre 2012 alle ore 18:30, nella Parrocchia di S. Giovanni Battista. Sarà un pretesto per raccontare a tutti la nascita di Gesù sulla terra e per riflettere sul significato che ha per l’intera umanità. Siete tutti invitati a vivere con noi questo momento di riflessione e di preghiera nella magica atmosfera del Natale.
Giuseppe Pio

lunedì 10 dicembre 2012

Natale nell’arte

Dalle origini del presepe alle miniature, dalle favole sceniche alle tradizioni locali delle statuine, è tutto un susseguirsi di immagini capaci di destare emozioni e suggestioni in un’atmosfera di soavità natalizia. Ma il centro del Natale nell’arte è nelle chiese, negli affreschi, nelle rappresentazioni della Natività, nella testimonianza di vari artisti che hanno dato all’evento dell’Incarnazione un’interpretazione nella loro storia e nella loro cultura. Fin dai primi secoli del cristianesi­mo cominciano a essere raffigurati episodi legati alla storia di Gesù, so­prattutto la sua nascita. Nelle varie opere ogni artista usa la sua cultura, fantasia e stile, che sono influenzati dal periodo storico in cui vive. Nell'arte, e in particolare nella pittura, i personaggi, compresi Maria, Giuseppe e Gesù, so­no spesso rappresentati come persone comuni dell'epoca degli artisti, con stili e atteggia­menti che non appartengono alla cultura del periodo in cui visse Gesù. Queste opere d'arte nel corso dei secoli, in epoche di diffuso analfabetismo, hanno avuto il compito di illustrare e avvicinare le varie popolazioni al cristianesimo. Da sempre emozionano lo spettatore e gli fanno sen­tire più vicini avvenimenti accaduti molti secoli fa. Il biblista Gianfranco Ravasi dice che la scena della Natività, il confluire dei pastori che avanzano verso la grotta, l’adorazione solenne dei Magi con il loro sontuoso insieme di doni, costituiscono per l’arte un vero e proprio alfabeto colorato della vita, della fede, della fiducia, dell’avvio di una storia segnata dalla pace tra Dio e l’umanità e degli uomini fra loro. I Vangeli dell’infanzia di Gesù che, da testo storico, letterario e teologico quali esso sono, si sono trasformati in pietra, in colore, in immagini.  Sono un messaggio di luce destinato a tutti, a credenti e a non credenti, così che ognuno, come era accaduto ai Magi, segua la sua stella.
(testo liberamente tratto
da una manifestazione natalizia
- scuola primaria di Via del Sole 2010 - 
c/o la nostra chiesa)

domenica 9 dicembre 2012

Un Santo al mese: San Juan Diego Cuauhtlatoatzin Veggente di Guadalupe

9 dicembre 
1474 circa - Guadalupe, 1548

Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni di matrimonio, orientò tutta la sua vita a Dio. Dopo le apparizioni della S. Vergine sulla collina del Tepeyac visse santamente per 17 anni in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli aveva fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe. Giovanni Paolo II nel 1990 lo ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002. (Dal sito santiebeati.it)

giovedì 6 dicembre 2012

Dicembre; mese natalizio

Ogni anno il Natale porta con sé il calore della casa e della famiglia, il sapore e il profumo delle cose buone e genuine, il suono delle zampogne, l'albero di Natale, il Presepe, i regali, i canti di Natale… Tutte queste tradizioni contribuiscono a rendere la festa più bella, una festa che si condivide nella gioia e nel sorriso.
Il Natale é la festa religiosa cristiana con la quale si ricorda la nascita di Gesù Cristo. Il Santo Natale dovrebbe essere per tutti gli uomini la festa dell'intimità, della pace, ma l'uomo moderno l'ha trasformata in una specie di spettaco­lo frenetico e consumistico.
Noi bambini questa festa la vogliamo vivere in maniera diversa: con semplici­ed entusiasmo, come vera festa dell'amore, non di consumo. Amore verso chi sta peggio di noi e amore per la vita che ci circonda, dall'albero al gattino, dal povero all'ammalato.
Così il Natale é più bello e per noi ogni giorno sarà... NATALE.
I RAGAZZI DELL'ORATORIO

mercoledì 5 dicembre 2012

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

E' semplice eppure così bella. Mi riconoscono in questa preghiera? Posso recitare questa preghiera con cuore sereno, con cuore limpido? C'è tutto: Dio, il mio prossimo, io stesso. Se perdono gli altri posso pregare. Non ci sono complicazioni e tuttavia ci complichiamo così tanto la vita, con tante cose superflue.

martedì 4 dicembre 2012

La storia del Presepe di San Francesco d’Assisi

La tradizione del presepio, tipicamente italiana, si ripropone nelle nostre case ogni anno a Natale, come segno di rinnovata accoglienza di Gesù Bambino e come ricordo della notte santa di Betlemme, quando il Figlio di Dio nacque sulla terra, in una povera grotta. È una tradizione, nata molti secoli fa ad opera di san Francesco d'Assisi, che volle organizzare una rappresentazione della nascita di Gesù a Greccio, un piccolo paese della valle di Rieti, insieme a tutti gli abitanti del posto. Così si legge nelle cronache del 1200: San Francesco realizzò il primo presepe al mondo.
Francesco era famoso in tutta la cristianità per la vita che conduceva, e molti giovani avevano lasciato beni e professione per seguirlo nel suo ideale di povertà. Egli parlava del Vangelo con tale entusiasmo che la gente e persino gli uccelli lo ascoltavano attenti. Nell’anno 1219, egli, “armato” solo del perdono e della parola di Gesù, partì crociato in oriente. Fu ricevuto dal sultano al-Malik- al-Kamil e poté visitare in pace i luoghi santi della vita del Signore. Il ricordo più intenso di questo viaggio fu la visita all’umile grotta di Betlemme ove il Signore volle nascere.
Tornato in Italia, un giorno incontrò un nobiluomo di nome Giovanni che gli chiese cosa doveva fare per seguire le vie del Signore. Francesco gli disse di prepararsi ad accogliere Gesù nel suo cuore e preparare il Natale. Per dare concretezza alla celebrazione della nascita del Bambino di Betlemme, gli chiese di ricostruire il luogo della natività in una grotta usata come stalla, di portarci del fieno e di condurci un bove e un asino. E giunge il giorno della festa: la notte di Natale del 1223. Molti pastori e contadini, artigiani e povera gente si avviarono verso la grotta portando ceri e fiaccole per illuminare la notte, che ricorda quella in cui la luce splendente della stella si accese nel cielo per illuminare tutti i giorni e tutti i tempi. Alcuni avevano portato doni per farne omaggio al Bambino e dividerli con i più poveri. Nella grotta la greppia, il “praesepium” (che in latino significa “mangiatoia” ) è come nella stalla nella quale Giuseppe e Maria trovarono riparo nel primo Natale della storia.
Nella scena commovente risplende la semplicità evangelica. Greccio è divenuta una nuova Betlemme. Tutt'intorno risuonano le voci: fra le rupi rimbalzano gli echi dei cori festosi. I frati cantano lodi al Signore e tutta la notte, chiara come fosse giorno, sussulta di gioia. Poi, su un altare improvvisato, il sacerdote celebra solennemente la Messa e Francesco, attorniato dai suoi frati, canta con voce sonora il Vangelo.
Stando davanti alla mangiatoia (al “presepio”), tutti avevano il viso cosparso di lacrime, traboccante di gioia. Poi Francesco parla al popolo e rievoca il neonato re povero e la piccola città di Betlemme.
Dall’anno 1228, quel luogo è stato consacrato al Signore e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché, là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell'anima e santificazione del corpo, la carne dell'Agnello Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi.
(testo liberamente tratto
da una manifestazione natalizia
- scuola primaria di Via del Sole 2010 - 
c/o la nostra chiesa)

lunedì 3 dicembre 2012

MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO PER L'AVVENTO 2012

IL GRANELLO E IL MONTE
Messaggio dell’Arcivescovo per l’Avvento 2012

Se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati
da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile
(Mt 17,20).

   Carissimi fratelli e sorelle,
   è l’Avvento. Ed è l’Avvento dell’Anno che la Chiesa dedica alla fede.
L’Avvento, come ogni tempo liturgico, è fatto per farci crescere nella fede. E se la fede deve crescere significa che essa è già in noi. Sì, noi possediamo il dono della fede: lo abbiamo ricevuto nel Battesimo, lo riceviamo ogni giorno nei sacramenti. Esso tuttavia, deve crescere.
   Se avete fede quanto un granello di senape… Le parole che Gesù rivolge a noi come ai discepoli indicano la via di questa crescita: la nostra fede dovrà essere simile a un granello di senape; così, sarà fede in grado di spostare le montagne.
   Può sembrarci strano. La fede, per crescere, deve diventare come un piccolo seme; questo seme, addirittura, sarà capace di spostare un’enorme montagna... Per capire come sia possibile dobbiamo capire perché Gesù parla proprio del granello di senape.
   «Esso è il più piccolo di tutti i semi – Egli spiega - ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre
piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami
» (Mt
13,32).
   Il granello di senapa è il seme più piccolo e anche la fede è così. La fede cresce quando ci fa piccoli perché ci mette in relazione con Colui che è grande; è questa relazione che, poi, ci spinge a farci realmente e concretamente piccoli nei rapporti con gli altri. Anche Dio si è fatto piccolo; e l’Avvento ci porta ad attendere un Dio piccolo, un Dio Bambino.
   Il granello di senape diventa l’albero più grande. Ma non diventa grande per sé: diventa grande per accogliere con i suoi rami gli uccelli del cielo che vengono a fare il proprio nido. La fede cresce se ci fa grandi per aprire il cuore, la mente, le braccia ai fratelli, soprattutto a coloro che hanno bisogno di un luogo dove fare il proprio nido, dove costruire la propria casa. Coloro che non troverebbero dimora, accoglienza, forse neppure diritto alla vita senza il nostro impegno e il nostro servizio. L’Avvento ci ricorda che noi attendiamo un Dio “escluso” fin dalla sua nascita e oggi escluso dal pensiero post moderno; un Dio che non trovava e non trova facilmente posto, dimora nel mondo e che vuole essere da noi riconosciuto in tutti gli esclusi, in tutti coloro ai quali vengono chiuse le porte delle case e le porte del mondo, prima e dopo la nascita.
   Carissimi fratelli e sorelle,
   è questa la fede che cresce e può addirittura spostare, sradicare le montagne. Il granellino di senapa, da solo, non potrebbe nulla. Ma quando cresce non crescono solo i suoi rami, si approfondiscono anche le sue radici. E le radici di un albero penetrano nel terreno, aprono delle crepe, spostano tutto quanto sta sopra, anche le montagne!
   Che l’Avvento, che questo Avvento, ci radichi sempre più profondamente in Cristo, con una fede capace di sconvolge le profondità e cambiare la superficie del mondo. La fede di quel seme che ha accettato di essere piccolo e, così, di diventare grande come il piccolo Bambino che attende: grande nell’accoglienza e nell’amore dei fratelli.
   E così sia!
Rossano, 1 dicembre 2012
Santo Marcianò