giovedì 28 febbraio 2013

FEBBRAIO: UN GIORNO ALL'ORATORIO

Il lunedì e il mercoledì ci incontriamo all'oratorio. C'è tantissimo movimento, ci si diverte un mondo e non si sta mai fermi. Ci sono molti gruppi tra cui quello del web, i laboratori e un'ora alla settimana la dedichiamo ai compiti di scuola.
Ma ci sono anche dei giorni che giochiamo soltanto e scherziamo per tutto il tempo.
Ci sono stati anche dei battibecchi fra noi ragazzi, ma ci riappacifichiamo sempre.
Insomma, l'oratorio è un mondo diverso fatto apposta per noi ragazzi... diciamolo: è una 2° famiglia!!!
Non stai mai triste e mai solo, siamo un gruppo dove siamo tutti uniti.
Si dice che "L'UNIONE FA LA FORZA" e qua ci sentiamo molto uniti, ma c'è anche un altro detto: "CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO" e qui di "TESORI" ce ne sono tantissimi.
Marika

mercoledì 27 febbraio 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

C'è molta sofferenza nel mondo: fisica, materiale, mentale. La sofferenza di alcuni è da imputare all'avidità di altri. La sofferenza materiale e fisica è la sofferenza dovuta alla fame, alla mancanza di una casa, alle varie malattie. Ma la sofferenza più grande è causata dall'essere soli, dal non sentirsi amati, dal non avere nessuno. Con il tempo ho capito che l'essere emarginati è la malattia peggiore di cui un essere umano può soffrire.

lunedì 25 febbraio 2013

LE DIMISSIONI DI PAPA BENEDETTO XVI

Lo scorso Lunedì 11 febbraio, papa Benedetto XVI ha annunciato di lasciare il pontificato alle ore 20 del 28 febbraio 2013.
Joseph Ratzinger, è Benedetto XVI dal 19 aprile 2005. Ai cardinali ha spiegato di essere “pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino” e che “nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche che il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”.
Facendo un salto nel passato, nella storia della Chiesa sono diversi i pontefici che hanno abdicato, per scelta o per costrizione.  Il diritto canonico per le dimissioni del Papa prevede che “nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità, che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”.
Ed infatti, il papa Benedetto afferma che la sua è una scelta presa in piena libertà, dopo aver “esaminato più volte la mia coscienza dinanzi a Dio”.
Riecheggiano ancora oggi, nelle nostre orecchie quelle parole; sono state un lampo a ciel sereno per la Chiesa Universale. I sentimenti di stupore e smarrimento, che si sono avuti in un primo momento, hanno lasciato poi lo spazio ai sentimenti di infinita gratitudine e ringraziamento verso la persona del Papa e per quello che, in quasi otto anni di pontificato, ha fatto per la  Chiesa di Cristo. Quell’ “umile lavoratore  nella vigna del signore”, come si è autodefinito il giorno della sua elezione, si è dimostrato tale: un servo umile con una coscienza incrollabile. Molte sono state molte le dimostrazioni d’affetto e vicinanza di fedeli e laici a Benedetto XVI, durante  incontri, udienze e Angelus, fino al suo ultimo giorno di pontificato, il 28 febbraio. Lasciando il Vaticano, tra la commozione delle persone che, più d’ogni altre, gli sono state vicine, il Santo Padre saluta Roma sorvolandola in elicottero, per giungere a Castel Gandolfo, mentre Roma saluta il suo Vescovo con il suono delle campane  a festa di tutte le sue chiese. È la prima volta che un pontificato termina con una distesa a festa di campane!!!
 Il santo padre, una volta giunto, a Castel Gandolfo ha rivolto un breve messaggio ai numerosi fedeli dicendo di   essere, da oggi “un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra”. Ha iniziato il ministero petrino come “umile lavoratore” e, da ora in poi, come “pellegrino”.  Questo ci fa capire come la Chiesa è sempre in cammino, con le proprie difficoltà,  con i suoi pregi e difetti. Ognuno di noi deve,  dare il suo contributo per la Chiesa, nella Chiesa e con la Chiesa, cercando di portare, per quel che siamo, “un po’ di cielo in terra”. 
Il Papa emerito, continuerà a svolgere il suo servizio alla Chiesa nel nascondimento e con la preghiera, e ringraziamo di cuore il Signore per averci donato un pastore e guida come Benedetto XVI… un vero uomo della Fede. Di vero cuore Le diciamo Grazie!!! 

GIUSEPPE E LA REDAZIONE

giovedì 21 febbraio 2013

Messaggio dell’Arcivescovo per la Quaresima 2013

Padre, ho peccato!
Una delle vie che la Quaresima ci invita a riscoprire, come parte del cammino della vita e come preparazione alla gioia della Pasqua, è la penitenza. Lo sentiremo ripetere nelle nostre chiese in questo periodo ma forse, nella nostra epoca, se ne va smarrendo gradatamente il significato. Il Vangelo è impregnato di questa spiritualità e Gesù ce ne vuole rivelare continuamente il segreto. Il cammino della penitenza è un cammino di fede; proviamo a ripercorrerlo individuando quattro piccole tappe che possono accompagnare la nostra Quaresima in questo Anno della Fede.
1. Pentimento
. Il pentimento nasce quando si sperimenta la povertà del peccato, il senso del peccato. Quando si è capaci di mettersi in ascolto della propria coscienza dove, silenziosa ma chiara, risuona la voce di Dio che, sempre, illumina la realtà del male e indica la via del bene, additandoci la verità di noi stessi. Il pentimento è una profonda esperienza di verità, è un incontro con la verità e, seppur doloroso, è un passo che fa intravedere la possibilità di uscire dal male, che indica alla nostra libertà, oscurata e ferita, la luce e la gioia del ritrovare se stessi.
2. Conversione
. Quando il pentimento si trasforma in libera scelta, si ha la conversione. Essa nasce dalla decisione di fare verità, di scegliere la verità e porta a un cambiamento di direzione. La nuova direzione che la vita assume, grazie al processo di conversione, è prima di tutto interiore. Il primo cambiamento è nell’atteggiamento: è nel comprendere che, per intraprendere la strada della verità, è necessaria non solo una meta ma anche un aiuto. L’uomo non si converte da solo! L’uomo, in ogni piccola e grande conversione della vita, ha bisogno di riscoprire l’umiltà del chiedere perdono.
3. Riconciliazione
. Questa richiesta di perdono ha un interlocutore; il nucleo della penitenza è quella riconciliazione che si sperimenta nell’incontro con Dio, ricco di misericordia: nell’incontro sacramentale! È un incontro che ci riconcilia con noi stessi, ci riconcilia con i fratelli, ci riconcilia con i nemici, perché ci riconcilia con la Misericordia stessa di Dio e ce ne fa diventare destinatari e canali. Nel sacramento della riconciliazione, la penitenza diventa una concreta esperienza d’amore, di un amore ricevuto e donato, di un amore che cambia la vita.
4. Risurrezione
. Sì: è l’amore che cambia la vita. È l’amore che fa rinascere la vita. È l’amore che trasforma la perdizione in ritrovamento, il laccio del peccato in liberazione, la morte in vita: quell’Amore che l’incontro sacramentale permette di ricevere in sovrabbondanza. La penitenza è via di risurrezione perché l’essere umano, nato per amore, può rinascere solo grazie all’amore!
Carissimi fratelli e sorelle,
che la nostra fede, in questa Quaresima, accolga con gioia l’invito alla penitenza. Che la verità di noi stessi sia provocata, che la nostra libertà sia attirata, che la nostra vita sia trasformata. E che l’Amore di Dio, incontrato nell’esperienza viva e vivificante della misericordia e del perdono sacramentale, ci convinca che, quali che siano i peccati che ci opprimono, siamo chiamati a risorgere, siamo fatti per risorgere; per questo, siamo invitati a riscoprire la gioia e la grazia di poter pronunciare una parola d’amore, sempre nuova e che sempre ci rinnova: «Padre, ho peccato!».
Rossano, 13 febbraio 2013
Santo Marcianò

mercoledì 20 febbraio 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Ai medici: Avete sperimentato la gioia di amare? Potete farlo come medici. Vi si presenta una meravigliosa opportunità quando un malato viene da voi con grande fede e fiducia - non solo per avere da voi qualche pasticca, ma per ricevere il vostro tenero amore e le vostre cure - e specialmente quando dovete fare un sacrificio per prenderví cura dei poveri. Gesù ha detto: «Quanto avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatto a me».

martedì 19 febbraio 2013

Il mercoledi delle ceneri nella mia Parrocchia

Il mercoledi delle ceneri sono stato all'oratorio e dopo a Messa.
Ho servito all'altare come chirichetto e Don Giuseppe ha fatto il rito delle ceneri mettendo la cenere sulla testa e dicendo: "Convertitevi e credete al Vangelo".
Con il Mercoledì delle Ceneri è iniziata la Quaresima che è un tempo bello e forte. La Quaresima è un tempo di verifica di vita, un tempo di conversione che dura 40 giorni come i 40 giorni che ha trascorso Gesù nel deserto, come i 40 giorni  di Mosè sul monte Sinai, come i 40 giorni di Ninive. La Quaresima è fondata su tre pilastri: digiuno, preghiera ed elemosina. La celebrazione della Quaresima, nel contesto dell'Anno della Fede ci offre una preziosa occasione per meditare sul rapporto tra fede e carità. L'esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell'incontro con Dio per poi ridiscendere portando l'amore e la forza che ne derivano, in modo da servire la Chiesa di Cristo.
Andrea

lunedì 18 febbraio 2013

Carnevale all'oratorio

Una marea di bambini. . . tanti colori,  tanti sorrisi, tanti costumi variopinti originali e simpatici . . . una festa gioiosa nel nostro Oratorio, il 12 febbraio martedì grasso.
Tutti erano mascherati, anche le animatrici.
Il nostro oratorio era trasformato in un piccolo teatrino decorato di mascherine, festoni, striscioni e stelle filanti, tutto preparato dai noi bambini durante gli incontri nei giorni precedenti, insieme alle nostre animatrici.
Don Giuseppe e le animatrici ci hanno accolti con tanta gioia.
Don Giuseppe ci ha tenuto tanto che la festa riuscisse, senza che i bambini facessero cose brutte, come per esempio spruzzare bombolette chiamandoli "scherzi", ma divertendoci e facendo festa solo con coriandoli, stelle filanti e allegria.
L’oratorio era tutto pieno di bambini, c’erano anche i genitori. Ci siamo divertiti tanto. Le animatrici con le nostre mamme, per noi bambini, con molta gioia avevano organizzato la festa di carnevale, preparando dolci e tante leccornie.
C' era tanta musica e abbiamo cantato e ballato. Andrea e Francesco Pio, vestiti di ballerini di hip-hop hanno ballato lasciandoci tutti a bocca aperta, specialmente in un momento particolare quando, mentre ballavano hanno fatto la capriola in avanti. È stato bello.
Abbiamo fatto anche le recite, facendo ridere tutti.
La cosa piu' bella è stata vedere che tutti ci divertivamo, non solo noi bambini, ma anche i grandi mascherati anche loro che ci contagiavano con la loro allegria.
Luigi, Francesco Pio, Giuseppe e Giuseppe

giovedì 14 febbraio 2013

Omelia nel Mercoledì delle Ceneri del Vescovo

Omelia nel Mercoledì delle Ceneri  - 13 febbraio 2013

«Tu entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto»
Carissimi fratelli e sorelle,
con la Celebrazione Eucaristica di oggi, Mercoledì delle Ceneri, si schiude dinanzi a noi la Santa Quaresima. È un cammino. È un tempo. È un atteggiamento del cuore. È una grazia che il Signore ci dona ancora una volta, assieme alle tante grazie di cui è costellato il cammino della vita, per convertirci, cioè per percorrere in modo più corretto, spedito e gioioso la strada che conduce a Lui.
La strada della Quaresima, lo sappiamo, conduce alla Pasqua. E, anche se la Pasqua è dimensione reale e perenne della vita cristiana, tuttavia il fatto che ogni anno la Chiesa proponga l’itinerario quaresimale ci aiuta a riscoprire e valorizzare alcuni segni per prepararci a viverla. Fra tutti, nel momento presente della storia della Chiesa, vorrei che privilegiassimo la preghiera.
Nella necessità della preghiera, in un certo senso, ci ha introdotti due giorni fa Papa Benedetto XVI il quale, con un improvviso annuncio, ha dichiarato di rinunciare al ministero di vescovo di Roma. La Chiesa tutta è stata profondamente colpita. I nostri cuori sono rimasti piuttosto attoniti, commossi, forse anche un po’ spaesati. In un attimo, ci siamo ritrovati in una situazione storica e interiore che forse non avremmo mai immaginato di vivere.
Non possiamo non chiederci cosa, nella luce della fede, tutto questo significhi. Non possiamo non chiederci cosa il Signore vuole dire alla sua Chiesa. E non possiamo non chiederci cosa tutto questo chieda, nell’Anno della Fede, alla Quaresima di ciascuno di noi.
Vogliamo, pertanto, fare silenzio ed entrare in quella profondità che la Parola di Dio, oggi, esprime come invito a ritornare all’intimo del cuore, al segreto del rapporto dell’anima con Dio.
È da questo segreto, ne siamo certi, che è sgorgata la decisione di Benedetto XVI che – attenti – non è rinuncia a una vocazione ma è un modo misterioso di cogliere la volontà di Dio e vivere la vocazione in un servizio diverso. Un servizio, egli stesso ha affermato, di pura preghiera.
Come ho avuto modo di scrivere nella Dichiarazione che ho sentito il bisogno di rilasciare appena appresa la notizia, il gesto del Papa appare un profondo atto d’amore, un insegnamento che egli ci offre, in linea con l’insegnamento e la testimonianza che, da vicario di Cristo, egli ha offerto in questi anni di Pontificato. Un insegnamento che vorrei riassumere in tre parole che accolgo e vi consegno, per vivere il cammino di questa Quaresima, dal Signore tracciato in modo imprevisto e misterioso: fede, umiltà, amore.
La fede.
È l’Anno della fede. Nel cuore di quest’anno, e alla Vigilia di questa Quaresima, Benedetto XVI ci ha ricordato che bisogna mantenere salda, prima di tutto e soprattutto, la fede in Dio, nel «Sommo Pastore» che guida e «cura» la Sua Chiesa.
Egli ha compiuto l’atto di fede di chi è talmente convinto che Dio regge la storia da non sentire indispensabile nulla, neppure il proprio ruolo, e questo spinge anche noi a ritrovare le sorgenti della fede in un Dio che si prende cura dei suoi figli, quali che siano le loro necessità o difficoltà, e che personalmente interviene anche attraverso le fragilità umane, se queste fragilità sono completamente consegnate a Lui.
Il Papa percorre e indica la via della fede come consegna totale a Cristo, come abbandono fiducioso alla Provvidenza del Padre, come obbedienza umile allo Spirito che suscita e accompagna le scelte, anche difficili, di chi sa ascoltarlo.
L’umiltà
Dalle bellissime parole con cui il Papa ha comunicato la sua rinuncia, traspare la decisione sofferta ma serena dell’uomo di Dio che ha sempre vissuto il suo ministero con spirito di servizio, di dedizione. Sembra riecheggiare, nella sua Dichiarazione, quanto egli disse nel primo istante dalla sua elezione a Pontefice, quando si era definito “un umile operaio nella vigna del Signore”.
Il suo è un atto di umiltà. È la concretizzazione più impensabile ma più autentica dell’umiltà con la quale egli ha servito e continua a servire. È un insegnamento di umiltà rispetto alla verità, prima di tutto alla propria verità di persona.
È proprio per il suo radicarsi nella verità che l’umiltà non è una debolezza ma una inaudita forza spirituale. Sì, occorre essere forti per essere umili e umili per essere forti: come interpretare in altro modo l’affermazione di un Papa che riconosce la propria «incapacità – sono le sue parole - ad amministrare bene il ministero» a lui affidato?
Anche la Parola di Dio, oggi, è un grande e splendido invito a quell’umiltà che scaturisce dalla penitenza. La penitenza, in realtà, ci conduce al cuore della verità di noi stessi. Lo fa, come scrivo nel mio Messaggio di Quaresima, grazie al pentimento, che ci fa sperimentare il senso del peccato; alla conversione, che ci fa scegliere la verità e porta a un cambiamento di direzione. Lo fa invitandoci alla riconciliazione, che è richiesta di perdono nell’incontro sacramentale con Dio, Amore che cambia la vita e prepara alla Risurrezione; sì, l’essere umano, nato per amore, può rinascere solo grazie all’amore.
L’amore.
«In sostanza, tutto parte dall'Amore e tende all'Amore – ha scritto il Papa nel suo Messaggio per la Quaresima -. L'amore gratuito di Dio ci è reso noto mediante l'annuncio del Vangelo. Se lo accogliamo con fede, riceviamo quel primo ed indispensabile contatto col divino capace di farci “innamorare dell'Amore”, per poi dimorare e crescere in questo Amore e comunicarlo con gioia agli altri» .
Sì. L’umiltà si fa amore, questo la Quaresima deve insegnarci: un amore attento alle necessità dei fratelli, al bene della Chiesa.
Anche il gesto di Benedetto XVI è un altissimo atto di amore per la Chiesa, sull’esempio e “nella Persona” di Cristo. Quando afferma che «nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo» , egli continua a insegnare quanto ha sempre cercato di dirci in questi intensi e ricchissimi anni di Pontificato: che il cuore della vocazione, di ogni vocazione nella Chiesa, non è il potere ma il dono di sé, non è il fare ma l’essere; in una parola, è l’amore. E l’amore, anche questo suo amore, non avrà mai fine!
Carissimi fratelli e sorelle,
al termine di questa Celebrazione, accogliendo nella decisione del Papa il mistero della volontà di Dio, sentiamo il bisogno di dire anche noi una parola: «Grazie!».
Vorremmo che questo grazie raggiungesse il cuore di tanti uomini e donne, testimoniando loro la nostra gioia di vivere la comunione con il Signore e la Sua Chiesa, nella quale vediamo risplendere sempre nuove luci di santità.
Vorremmo che questo grazie, che trasforma i cuori, preparasse i nostri cuori ad accogliere la vera novità che Cristo ci annuncia, che Cristo ha lasciato in eredità alla sua Chiesa, e che il gesto di Benedetto XVI ci permette di leggere nella speranza: la Vita vince la morte, ogni morte.
Vorremmo che questo grazie raggiungesse il Cuore di Cristo, che ci ha voluto guidare, in questi anni, con il cuore di Papa Benedetto: con il suo magistero ricco e limpido, con il suo servizio umile e pieno d’amore, con la sua sofferenza e la sua preghiera, nella quale tutti siamo stati abbracciati e nella quale egli ci promette di continuare a portarci, così come ha sempre fatto: nel segreto.
«E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà», Santo Padre!
Grazie di cuore. E così sia!
 Mons. Santo Marcianò

mercoledì 13 febbraio 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Dio dimora in noi. Non importa dove ti trovi se hai un cuore limpido. Un cuore limpido significa sincerità, quella totale libertà, quel distacco che consentono di amare Dio senza impedimenti e senza ostacoli. Quando il peccato entra nelle nostre vite diventa un ostacolo personale tra noi e Dio. Il peccato non è altro che schiavitù.

martedì 12 febbraio 2013

Le dimissioni del Papa: comunicato dell'Arcivescovo

Benedetto XVI annuncia la sua rinuncia al ministero petrino
Nota dell’Arcivescovo di Rossano-Cariati

La Dichiarazione che il Santo Padre Benedetto XVI ha rilasciato al Concistoro straordinario qualche ora fa è giunta del tutto inattesa e ha colpito profondamente i cristiani e, certamente, tutti gli uomini.
Dalle parole con cui il Papa rinuncia al ministero di vescovo di Roma traspare la decisione sofferta ma serena dell’uomo di Dio che ha sempre vissuto il suo ministero con spirito di servizio, di dedizione, di amore. Sembra riecheggiare, in questa dichiarazione, quanto egli disse nel primo istante dalla sua elezione a Pontefice, quando si era definito “un umile operaio nella vigna del Signore”.
L’amore che il Santo Padre dimostra oggi alla Chiesa non è rinunciatario ma profondamente umile. È la concretizzazione più impensabile ma più autentica dell’umiltà con la quale egli ha servito e continua a servire: l’umiltà di chi è talmente convinto che Dio regge la storia da non sentire indispensabile nulla, neppure il proprio ruolo. È un grande atto di fede che ci raggiunge proprio nel cuore dell’Anno della fede.
Sento che siamo chiamati tutti – presbiteri e religiosi, famiglie e laici, anziani e bambini - ad accogliere il passo di Benedetto XVI con profondo e affettuoso rispetto, ponendoci in silenzioso ascolto di un evento che già appare come un altissimo atto di amore del suo ministero e del suo magistero.
Dobbiamo, grati e commossi per l’amore che Benedetto XVI ha riversato nel mondo, nella Chiesa, nei cuori di ciascuno di noi, sentirci spinti a raccoglierci, come lui, in preghiera, e affidare a Dio e alla Vergine la sua vita, certi che quanto la Chiesa è oggi chiamata a vivere è, nella volontà d’amore del Signore, un misterioso segno di speranza.
Soprattutto, però, dobbiamo lasciare che il Papa continui a insegnare, in questo momento, quanto ha sempre cercato di dirci in questi intensi e ricchissimi anni di Pontificato: che il cuore della vocazione, di ogni vocazione nella Chiesa, non è il potere ma il dono di sé, non è il fare ma l’essere; in una parola, è l’amore. E l’amore, anche questo suo amore, non avrà mai fine!
Rossano, 11 febbraio 2013
Santo Marcianò

lunedì 11 febbraio 2013

FEBBRAIO: MESE QUARESIMALE

(Tratto dal Programma Quaresima 2013 in Parrocchia)

La celebrazione della Quaresima, nel contesto dell'Anno della fede, ci offre una preziosa occasione per meditare sul rapporto tra fede e carità. L'esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell'incontro con Dio per poi ridiscendere portando l'amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio. Una fede senza le opere è come un albero senza frutto. La Quaresima ci invita proprio, con le tradizionali indicazioni-digiuno, penitenza ed elemosina- ad alimentare la fede attraverso un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio e la partecipazione ai Sacramenti, e, nello stesso tempo, a crescere nella carità, nell'amore verso Dio e verso il prossimo.
Benedetto XVI
Messaggio per la Quaresima 2013

ASTINENZA E DIGIUNO
/
fedeli cattolici sono tenuti al digiuno ecclesiastico e all'estinanza dalla carne due volte l'anno: il mercoledì delle ceneri e il Venerdì Santo. Sono tenuti invece alla sola astinenza della carne tutti i venerdì di quaresima.
All'astinenza delle carni sono tenuti coloro che hanno compiuto i 14 anni; al digiuno sono tenuti coloro che hanno compiuto i 18 anni fino ai 60 incominciati.
La pratica del digiuno consiste di assumere un solo pasto durante la giornata (pranzo o cena), tutto ciò che è liquido come acqua, thè, camomilla si possono assumere liberamente.
La pratica dell'astinenza alla carne,
proibisce di consumare oltre alla carne tutti i cibi e le bevande che ad un prudente giudizio sono da considerarsi particolarmente ricercate o costose.
Chi si trovasse in condizione di seria difficoltà per l'adempimento delle suddette indicazioni, è tenuto ad altre opere sostitutive: lettura della Sacra Scrittura, esercizi di pietà, preferibilmente a carattere familiare e comunitario; carità verso i bisognosi, offerta della propria sofferenza e del lavoro; rinuncia a divertimenti.

Dai risparmi, frutto del digiuno e dell 'astinenza dalla carne, come comunità parrocchiale sosterremo non solo l'iniziativa quaresimale diocesana ma offriremo ogni domenica nella Celebrazione Eucaristica dei viveri che verranno distribuiti a Pasqua alle famiglie bisognose della parrocchia.

venerdì 8 febbraio 2013

Un Santo al mese: Santa Giuseppina Bakhita Vergine

8 febbraio 
Oglassa, Darfur, Sudan, 1868 - Schio, Vicenza, 8 febbraio 1947

Nasce nel Sudan nel 1869, rapita all'età di sette anni, venduta più volte, conosce sofferenze fisiche e morali, che la lasciano senza un'identità. Sono i suoi rapitori a darle il nome di Bakhita («fortunata»). Nel 1882 viene comprata a Kartum dal console Italiano Calisto Legnani. Nel 1885 segue quest'ultimo in Italia dove, a Genova, viene affidata alla famiglia di Augusto Michieli e diventa la bambinaia della figlia. Quando la famiglia Michieli si sposta sul Mar Rosso, Bakhita resta con la loro bambina presso le Suore Canossiane di Venezia. Qui ha la possibilità di conoscere la fede cristiana e, il 9 gennaio 1890, chiede il battesimo prendendo il nome di Giuseppina. Nel 1893, dopo un intenso cammino, decide di farsi suora canossiana per servire Dio che le aveva dato tante prove del suo amore. Divenuta suora, nel 1896 è trasferita a Schio (Vicenza) dove muore l'8 febbraio del 1947. Per cinquant'anni ha ricoperto compiti umili e semplici offerti con generosità e semplicità.(Avv.)

giovedì 7 febbraio 2013

PROGRAMMA QUARESIMA 2013



QUARESIMA 2013
PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA: 
 APPUNTAMENTI E AVVISI

mercoledì 6 febbraio 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Ci sono malati e storpi che non possono fare nulla per condividere il nostro lavoro. Cosi adottano una sorella o un fratello, che poi li coinvolgerà completamente in tutta la sua attività. I due diventano una persona sola, e chiamano l'altro «secondo io». Il mio «secondo io» è in Belgio, e l'ultíma volta che sono stata là, mi ha detto: «Sono sicura che ti aspettano tempi duri con tutto quel camminare, lavorare e parlare. Lo so perché sento un gran dolore alla schiena». E questo appena prima della sua diciassettesima operazione. Ogni volta che devo fare qualcosa di speciale, c'è lei dietro di me a darmi la forza e il coraggio dì farla.

martedì 5 febbraio 2013

Preparativi per il Carnevale nel nostro Oratorio!

Quest’anno, all’Oratorio della chiesa di San Giovanni Battista  si stanno organizzando  le recite di Carnevale: alcuni nostri compagni sono stati scelti per entrare nel cast dello spettacolo, altri invece, che non hanno avuto nessuna parte, aiutano gli animatori a preparare i festoni, le maschere, le collane e anche le sceneggiature, del nostro piccolo show di carnevale.
Rachele
Tutti i pomeriggi c'è una grande festa; si provano le recitine allegre, simpatiche e divertenti, i cui protagonisti sono le nostre maschere nazionali: Pulcinella, Arlecchino, Pantalone, Rosaura, Balanzone, Stenterello.....
Mentre recitiamo, quante risate ci facciamo!!!!!!!!!!!
Giuseppe e Rumen

A me piace tanto il carnevale.....è una festa bella, è una festa dove tutti i bambini  mascherati giocano insieme in allegria e si vogliono bene......Questo è il mio carnevale!!!!!
Roxana







lunedì 4 febbraio 2013

POESIA DI CARNEVALE

A carnevale (ed è divertente)
Tutto il paese si riempie di gente
Di stelle filanti, coriandoli in volo
Nessun bambino si sente solo.
Passa sui trampoli un saltimbanco
Passa Arlecchino con Pulcinella
E Colombina insieme a Brighella
Passano i carri e siam fortunati
Che questa volta non sono armati,
questa è la festa che più mi piace,
molti sorrisi, tantissima pace
e questo mondo sarebbe ideale
se fosse ogni giorno un bel
            carnevale!!!!!
Giuseppe Pio