mercoledì 25 dicembre 2013

BUON NATALE 2013

Dio si è incarnato perchè l'uomo 
potesse contemplare il suo volto in tutti i volti.
Solo allora potremo parlare di amore,di gioia e di pace.
Uniamoci nella preghiera,davanti al presepe 
 per implorare dal Divino Infante 
quest'era d'amore e di pace.
La redazione di cuore vi augura 
ogni bene in questo Santo Natale
 raccomandando alla Vergine Santa 
voi e tutte le vostre famiglie e le persone a voi care.

lunedì 23 dicembre 2013

Dicembre: mese delle iniziative di solidarietà

La nostra Parrocchia ai mercatini di Natale

Il nostro stand
 
e tante iniziative di solidarietà:

i fritti a vento, la tombolata, la cioccolata, i maccarruni, la spremuta, la cuccia, i taglierini cicari e fagioli, la pata fritta, i dolci, la pizzetta, il panzerotto ... "conditi" dalla collaborazione e dalla generosità di tutti!

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mercoledì 18 dicembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Ogni giorno arrivano talmente tanti visitatori nella Casa madre di Calcutta. Quando li incontro dò a ciascuno il mio «biglietto da visita», sul quale è scritto: «Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l'amore. Il frutto dell'amore è il servizio. Il frutto del servizio è la pace». Ecco un bel biglietto da visita! E fa riflettere. Qualche volta mi chiedono di spiegarlo. Ma capite, tutto ha inizio con la preghiera che nasce nel silenzio dei nostri cuori. Tra di voi potete condividere l'esperienza del vostro bisogno di pregare, del modo in cui avete scoperto la preghiera e di quale sia stato il frutto della preghiera nella vostra vita.

mercoledì 11 dicembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Qualcuno una volta mi chiese cosa avremmo fatto della nostra vita se improvvisamente non ci fosse stato più bisogno di lavorare in mezzo ai più poveri tra i poveri. Io risposi: «Saremmo disoccupati come molte persone che hanno perso il proprio lavoro. Ma Gesù ha detto: “I poveri saranno sempre con voi” ».

giovedì 5 dicembre 2013

Un santo al mese: San Nicola

6 Dicembre

San Nicola di Bari o di Mira (Pàtara di Licia270 ca.; † Myra6 dicembre 343) è stato un vescovo turco di Myra in Licia (oggi Demre, nella parte anatolica della Turchia), è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane.
Noto anche come san Nicola di Myrasan Nicola Magno e san Niccolò, è famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine alla moderna leggenda di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale

Biografia
San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.
Un'altra tradizione non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini.
In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino I nel 313 e riprese l'attività apostolica. Non è certo se sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'eresia dell'arianesimo, difendendo la fede cattolica, ma la tradizione ci tramanda che in un momento d'impeto prese a schiaffi Ario. Gli scritti di sant'Andrea di Creta e di san Giovanni Damasceno ci confermano la sua fede ben radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.
Nicola si occupò anche del bene dei suoi concittadini di Myra: ottenne dei rifornimenti durante una grave carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall'Imperatore.
Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion. Come si tramanda da secoli è descritto compiere miracoli in vita e in morte; tale tradizione si consolidò ulteriormente nel tempo, anche per il gran numero di eventi prodigiosi a lui imputati e che si diffusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell'Italia meridionale. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo, nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi.

La traslazione delle spoglie a Bari
Secondo la tradizione, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora san Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087.

mercoledì 4 dicembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Mentre stava morendo sulla Croce, Gesù disse: «Ho sete». Gesù ha sete del nostro amore, e questa è la sete di tutti, ricchi o poveri che siano. Tutti noi abbiamo sete dell'amore degli altri, desideriamo che si adoperino per evitare di ferirci e che ci facciano del bene. Questo è il significato dell'amore vero: dare finché non fa male.

martedì 3 dicembre 2013

lunedì 2 dicembre 2013

Omelia di saluto dell’Arcivescovo Mons. Santo Marcianò alla Diocesi

Carissimi, amatissimi fratelli e sorelle, era il pomeriggio del 22 luglio del 2006 e i miei piedi giungevano alle porte di questa Chiesa: dapprima nel territorio di Spezzano, primo paese della diocesi, e poi, finalmente, si fermavano alle porte di questa stupenda Cattedrale. Quel giorno, ve lo confesso, provai una gioia simile a quella che descrive il salmista: la gioia unica e caratteristica del pellegrino che arriva Dice che solo i piccoli possono cantare la grandezza del Signore. E dialla Città Santa, a Gerusalemme, alla Casa del Signore. Era la gioia di essere a casa, una casa che Dio mi aveva dato ma che era Sua, nella quale Lo trovavo ad attendermi. Attorno e dentro, c’erano ancora tante porte spalancate, quelle dei vostri cuori; e c’era il mio, di cuore, che, da quel giorno, cambiava per sempre. Esso si spalancava sulla porta di una gioia nuova, carica di responsabilità ma anche della certezza che tutto era da Dio. «Tu pascerai il mio popolo» (2Sam 5,2): me lo sentivo dire, come Davide nella prima Lettura, e come Davide, il più piccolo che diventa re, anch’io mi sentivo inadeguato, consapevole che il compito mi superava immensamente. Ma, varcando questa porta, sentivo che anche la gioia mi superava: perché la gioia del ministero ci sovrasta, è sempre più grande di noi. Sì, quella gioia nuova era il senso del mio episcopato ed era il senso del Magnificat, mio motto episcopale. Come Davide, infatti, anche Maria è piccola e sa di esserlo: ma non dice «no» a Dio, dice: «Magnificat». ce che ci sono grandezze di Dio alle quali non arrivano le doti o capacità umane: arriva solo la gioia! Ma qual era questa grandezza? Quale questa gioia? «Tu pascerai il mio popolo»! Lo intuii immediatamente quel giorno ma oggi lo posso confermare con forza: il Suo popolo, questo popolo è stato la mia gioia. Sì, voi siete stati il mio Magnificat! Un Magnificat che ho cantato sempre con immensa, sconfinata gratitudine e con tutto l’amore di cui ero e sono capace. «Questa chiamata del Signore mi raggiunge mentre, con l’amore del primo giorno, vivo da sette anni il mio ministero di vescovo della diocesi di Rossano – Cariati, sperimentando per Grazia di Dio, anche nei momenti più difficili e impegnativi, la gioia di offrire tutta la vita al servizio della Chiesa, Sposa di Cristo e nostra Sposa»: l’ho scritto a Papa Francesco nella Lettera di accettazione della Nomina a Ordinario Militare. Ed è proprio così che il Signore mi ha concesso di servire, di offrire, di vivere in questi splendidi anni per questa Chiesa Sposa: con l’amore del primo giorno! Un amore che certamente è cresciuto giorno dopo giorno, istante dopo istante: si è arricchito di esperienze, si è identificato con i vostri volti, le vostre storie, le vostre vite, che ho portato veramente nel cuore e nel grembo della mia paternità. Ma un amore che ha mantenuto impresso, in tutto questo, la freschezza e il mistero di quel primo Sguardo di Dio che mi ha fatto intimamente uno con voi. Voi, uno per uno: quante persone meravigliose ho incontrato! Voi, popolo! E se dovessi lasciarvi una parola perché vi rimanga incisa in cuore, quasi come sigillo di questi stupendi anni, è proprio questa: popolo! La coscienza di essere popolo di Dio, di essere Chiesa. Una Chiesa che vorrei salutare e ringraziare dal profondo del cuore, assieme a tutte le autorità civili e militari che, questa sera, hanno voluto onorarci della loro presenza.Il primo grato saluto èper voi: Ringrazio il Prefetto, il Questore, le autorità politiche, civili e militari presenti. Ringrazio voi carissimi Sindaci, Amministrazioni comunali presenti e passate, della diocesi di Rossano-Cariati. Ringrazio il signor Sindaco di Rossano, per il saluto rivolto a nome di tutti; ringrazio per il dono che avete voluto farmi; evi ringrazio per tutte le volte che, con grande determinazione, abbiamo collaborato per il bene comune del nostro meraviglioso territorio e della nostra gente, assieme a tanti uomini di cultura e persone di buona volontà, per fare bella la città dell’uomo nella giustizia, nella solidarietà, nell’amore. Ma il grazie più affettuoso a voi, amatissimi sacerdoti, assieme ai cari seminaristi. Per tutti ringrazio commosso il caro Monsignor Antonio De Simone, per le parole intense, segno della sua vicinanza e del sostegno di vicario generale, per me prezioso e insostituibile. Vi ho amato profondamente, con tutto me stesso, e con ciascuno ho cercato, in questi anni, di stringere e rafforzare quel legame personale senza il quale non ci può essere piena collaborazione. Ho conosciuto e portato in me le gioie e le fatiche del vostro ministero, ringraziando ogni giorno Dio per il bel presbiterio che ha voluto concedermi. Questo amore che Dio ci ha donato, niente lo potrà cancellare. Sarete sempre nel mio cuore. Anche per voi diaconi, religiosi, persone consacrate, ho davvero benedetto il Signore: per i tanti doni, carismi, servizi che, in questa diocesi, ha portato con sé il dono della vita consacrata, integrandosi appieno nella comunione ecclesiale. Una comunione che pure voi, cari laici, avete potuto toccare con mano: gruppi, movimenti, associazioni… siete dono dello Spirito Santo e, grazie allo Spirito, avete imparato a lavorare insieme, arrivando a quelle periferie esistenziali e umane che solo voi potete raggiungere. Ricordo in particolare voi famiglie: con la vostra fede e pazienza, col sacrificio concreto e semplice del quotidiano, mi avete insegnato il segreto della paternità. E affido a Dio voi, ammalati nel corpo o sfiniti da ogni genere di prove; voi poveri perché senza denaro, senza cibo o senza nessuno; voi stranieri che portate la povertà di aver lasciato la vostra terra senza, a volte, essere adeguatamente accolti; voi carcerati, ai quali ho già voluto scrivere personalmente… Ho sentito, fin dal primo giorno, che tutti voi sofferenti sostenevate il mio ministero e portavate avanti questa Chiesa con la misteriosa forza che viene dalla sofferenza offerta, che si fa amore e preghiera. E abbraccio voi bambini, ragazzi e giovani: quante esperienze stupende, a partire dall’annuale Festa dei Giovani, che certo il Signore lascerà impresse nella vostra crescita umana e spirituale. Ma quanta tristezza per i giovani che ho visto perdersi nelle strade, alla ricerca di beni futili e provvisori, a volte trovando anche la morte per sfidare la vita. E allora vi prego, ancora una volta: siate voi giovani a contagiare i vostri coetanei, con quel “profumo di Cristo” che la vostra vita può e deve portare! Cari amici, insieme abbiamo fatto una stupenda esperienza di Chiesa. Insieme, abbiamo imparato ad amare la Chiesa. Insieme, abbiamo imparato a essere Chiesa. E, da pastore, io ho visto crescere questa Chiesa; l’ho vista avvicinarsi al Signore, con passo a volte celere, a volte più rallentato ma sempre, sempre con lo sguardo fisso a Lui. Ho sentito che questa Chiesa aveva davvero accolto il grido della mia prima Lettera Pastorale: «Cercate il Signore» È un grido che non posso non ripetere adesso ed è grido che la stessa Liturgia ci fa sgorgare dal cuore, nella Solennità che oggi celebriamo: Cristo, Re dell’Universo. In questo Anno Liturgico, il Vangelo (Lc 23,35-43) ci mette dinanzi a Gesù che è Re perché sta in Croce, è Re perché non scende dalla Croce, è Re perché, sulla Croce, si fa vicino a tutti i crocifissi, i peccatori. Non “si salva” – come altri lo sfidano a fare per mostrare la Sua potenza – ma “ci salva”! E, nel racconto evangelico, il “buon ladrone” lo capisce, intuisce la grandezza di una salvezza che non avrebbe mai immaginato e che, pur se alla fine della vita, comincia ad assaporare, a desiderare, mendicando da Gesù di essere ricordato nel futuro di quel Regno d’amore che intravede. Ma Gesù – e questo è bellissimo – non rimanda al futuro, dice: «Oggi con me sarai nel paradiso»! Oggi, subito: l’Amore di Gesù è “urgente”. Così, colui che era stato un malfattore si sente finalmente amato, proprio dalla Croce e sulla croce.Mi colpisce, meditando questa Parola di Dio, pensare che, per così dire, come “ultimo atto” del nostro cammino insieme, il Signore ci abbia donato di iniziare l’Anno della Missione, affidandoci quell’«amore urgente» al quale ci ha naturalmente condotti l’Anno della Fede. E credo che l’Icona del “buon ladrone” crocifisso, che oggi la Festa di Cristo Re ci consegna, racchiuda il cuore di questo amore. Il grido, dunque, si trasforma: cercate il Signore nei crocifissi e non lasciate che restino senza questo amore! Non lasciate che i crocifissi della storia, in questa terra e in questa diocesi, nelle vostre famiglie e nelle comunità, tra i vostri amici o i nemici… rimangano soli sulla croce, senza poter intuire l’amore o sfiorare la salvezza! È questo il cuore della missione; ed è Gesù che, oggi, ce lo chiede, con l’autorità di un Re Crocifisso dall’amore. Penso ancora al giorno di inizio del mio ministero quando, alla porta di questa Chiesa Cattedrale, baciai il Crocifisso. Pian piano, ho capito sempre meglio e sempre più in profondità cosa questo gesto significasse. Significa imparare a baciare tutti i poveri e crocifissi, nei quali il Signore continuamente si presenta e si rivela.
 Significa lasciarsi baciare e convertire ogni giorno - ama ripeterlo Papa Francesco - dalla carne sofferente di Cristo. Ma significa anche essere consapevoli che, dalla Croce, Cristo guida la storia perché la Croce stessa è sorgente di vita, è all’origine di improvvise novità, è fonte di tanti doni che possiamo toccare con mano e che siamo chiamati a contemplare e custodire. Come ha detto Paolo nella seconda Lettura, «Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono»(Col 1,17): sono Suoi, sono da Lui, sono dalla Sua Croce, dunque, i tanti doni che ho raccolto in questo ministero tra voi; le tante opere che, assieme, abbiamo potuto iniziare o rinnovare, per rendere sempre più viva la pastorale della nostra Chiesa, e che vi chiedo con forza di non abbandonare: il rinnovamento della Curia e degli Uffici diocesani; la Liturgia e la Catechesi, rinate in molte comunità e nella Scuola di teologia; la Carità, con le mense Caritas e l’accoglienza degli stranieri; il Seminario e tutta la pastorale vocazionale, da cui dipende il futuro di una Chiesa; la pastorale della vita, con il Centro e la Casa per ragazze madri; la pastorale dei giovani e del lavoro; la pastorale della cultura e della comunicazione, con il giornale Camminare insieme. E, soprattutto, la preghiera: la Scuola di Preghiera, l’Adorazione Eucaristica perpetua, il Monastero delle Clarisse e il dono della nuova Fondazione delle Monache Agostiniane, che ha bisogno del sostegno di tutti e che tutti ci sostiene… Sì, Cristo Re ha guidato la nostra storia e ci ha riempito dei Suoi doni, consegnandoceli con fiducia. Ed è commovente come, proprio in questi ultimi giorni, Egli abbia voluto dare compimento ad alcune opere iniziate, ponendo ancora un segno della Sua fedeltà e benedizione. Penso, con meraviglia, al piccolo “miracolo” accaduto con il Codex Purpureus, al momento in restauro presso l’Istituto di Patologia del Libro del Ministero dei Beni Culturali, che è in attesa di ricevere il riconoscimento UNESCO di “patrimonio dell’umanità”, per iniziativa dello stesso Ministero, del Pontificio Consiglio per la cultura, del Governo Italiano, nonché della Presidenza della Repubblica. E proprio il Presidente Napolitano ha voluto mostrare il Codex a Papa Francesco, in visita al Quirinale il 14 novembre scorso: questo prezioso tesoro artistico è diventato, così, davvero famoso in tutto il mondo e aspetta, una volta pronto, di essere accolto all’interno del Museo diocesano di Rossano che verrà, mi auguro presto, restaurato. E penso pure, con grande stupore, agli Atti della Causa di Beatificazione di don Alessandro Vitetti, il cui Decreto di validità degli Atti è stato firmato dalla Congregazione per le Cause dei Santi il 22 novembre, quindi proprio due giorni fa! Sì, Cristo è Re della storia e la guida fino alla fine, portando a pieno compimento le opere che Egli ispira, l’opera che ha iniziato in noi: «È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza» (Col 1,19), conclude Paolo. È quanto ha sperimentato il buon ladrone, la cui morte è stata veramente una pienezza di vita. E come al buon ladrone, come a don Vitetti, Gesù ci dice che la pienezza della Sua opera in noi, il segreto e il desiderio della Sua regalità stanno nel renderci «capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce» (Col 1,12), stanno nella santità! Carissimi fratelli e sorelle, un anno fa Benedetto XVI, iniziando l’Anno della Fede, varcava quella “porta” da cui oggi Papa Francesco è uscito, a chiusura del tempo di grazia che è stato questo Anno; porta da cui pure noi usciremo, concludendo un tempo di grazia che, per Provvidenziale disposizione, si compie proprio mentre si chiude l’Anno della fede. Torna ancora al cuore il Salmo: «Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!” Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!». Questa gioia è la gioia della fede! E, mentre usciamo da questa porta, sentiamo che questa è la gioia vissuta insieme nella quale sempre ci troveremo in comunione. Non lo dimenticate: nella Chiesa, come mi sono sforzato di ripetere senza sosta, non ci sono particolarismi, perché la Chiesa di Cristo è una. Questa è la Sua bellezza. Questa la forza della comunione che ci viene dall’essere Chiesa e della quale, talora proprio nei momenti di separazione, si percepisce con più forza la realtà. Per il dono di questa comunione, siate certi di essere nel cuore della mia preghiera: a partire dall’amore del primo giorno, a partire dal primo Magnificat. Chiesa di Rossano – Cariati, grazie! Tu sei la Chiesa che mi ha reso sposo, mi ha reso vescovo. Tu sei stata il mio Magnificat! Per intercessione di Maria, nostra amatissima Madre Achiropita, chiedo al Padre di colmarTi della Sua tenerezza, dei Suoi doni, del dono della santità. E, con tutto il cuore, tutti vi benedico. Pregate tanto per me. E così sia!
Santo Marcianò

giovedì 28 novembre 2013

CELEBRAZIONE DI CHIUSURA DELL'ANNO DELLA FEDE IN PARROCCHIA

Domenica 24 Novembre
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

In comunione con il Santo Padre Francesco, che ha concluso oggi a Roma l’Anno della Fede, anche noi unitamente al nostro Parroco Don Giuseppe Ruffo abbiamo voluto dare compimento al cammino, personale e comunitario, che abbiamo vissuto. Ringraziamo nostro Signore per il tempo di rinnovamento che ci ha concesso. Insieme alla Chiesa universale, riflettiamo anche su come l’abbiamo vissuto e se il nostro impegno per la fede si è rinnovato.
La solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo allarga la prospettiva della nostra riflessione e rinvia a cogliere la certezza della fede nella promessa che il Signore ci ha fatto e che conserviamo in noi con la speranza che non delude.

mercoledì 27 novembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Non accontentiamoci di dare solo del denaro. Il denaro non è sufficiente, perché il denaro si può comunque ottenere. Vorrei che ci fossero più persone a offrire le loro mani per servire e i loro cuori per amare: per conoscere i poveri nelle loro case, città e paesi e avvicinarli con amore e compassione, dando dove e p è più necessità, e condividendo la gioia di amare con tutti.

martedì 26 novembre 2013

Presentazione del logo parrocchiale

Martedì 19 novembre è stato presentato in oratorio dal Parroco il logo della Parrocchia alla presenza di tutti gli Operatori Pastorali riuniti per la prima di una serie di incontri di formazione pastorale parrocchiale, una vera e piacevole sorpresa . Un logo che ci accompagnerà fino alla ristrutturazione della nostra Chiesa Parrocchiale, così ci comunicato Don Giuseppe. Un logo pensato e ideato dallo stesso Don Giuseppe Ruffo con l'ausilio di alcuni Operatori Pastorali e dal grafico Giovanni Pagnotta "Rilegando" di Corigliano.Il compito di illustrare il lavoro realizzato da un gruppo di volontari esperti è toccato al parroco, don Giuseppe Ruffo. In realtà il “marchio” della parrocchia è caratterizzato da un montaggio di immagini: al centro la chiesa parrocchiale e alla sinistra dell’edificio San Giovanni. Quasi come se il Santo Precursore, ha spiegato con Giuseppe Ruffo, invitasse i fedeli a entrare in Chiesa dove c’è l’Agnello di Dio, il Salvatore del mondo. Lo stesso parroco ha fatto notare che i vestiti di San Giovanni richiamano alla sobrietà, all’umiltà, alla  schiettezza e allo stesso tempo all’essenzialità della vita che è Cristo. Sotto il logo è stata inserita una frase significativa: “Una comunità per il quartiere”. Don Giuseppe vede la zona sottoferrovia di Mirto, in cui la chiesa è collocata, come “un grande quartiere”. Da qui, un riferimento a don Lorenzo Milani, che considerava la parrocchia come la “fontana di un villaggio”. <<Nel nostro quartiere>>, ha commentato don Ruffo, <<la fontana del Villaggio è la parrocchia “San Giovanni Battista”, senza mai dimenticare che tutte le parrocchie vivono e si nutrono in un’espressione grande che è la Chiesa universale>>. A giudizio del parroco la sua comunità parrocchiale deve continuare a spendersi seguendo la scuola di Giovanni Battista: non troppe parole, ma fatti.

lunedì 25 novembre 2013

INIZIO AVVENTO 2013 ...

Carissimi fedeli tutti, con l’inizio dell’Avvento diamo inizio non solo al tempo dell’attesa ma anche al nuovo Anno Liturgico, in cui siamo stati chiamati a celebrare i misteri del Signore. L’Avvento è un tempo opportuno per aprire le nostre orecchie per prepararci ad accogliere il grido di gioia: “Gesù è nato!”. Dio viene a visitarci con il suo Figlio, anche oggi.
Per predisporre il nostro cuore ad accogliere al meglio Gesù lasciandoci guidare da uomini e donne di luce: S. Giovanni Battista, S. Giuseppe, la B. V. Maria, i Pastori e i Magi, i quali hanno saputo attendere e andare incontro a Gesù, Dio fatto uomo.
L’inizio di questo Avvento sarà segnato dalla accensione del Lucernario di Avvento, il 1 Dicembre in Piazza Dante, la fiamma olimpica della nostra Fede in attesa della venuta di Gesù: “Siate veri atleti di Cristo!”.
Pertanto auguro di cuore un buon cammino di Avvento e un sereno e felice Natale di pace, serenità e amicizia fraterna.
Il vostro Parroco don Giuseppe Ruffo

domenica 24 novembre 2013

Saluto del Padre Arcivescovo Mons. Santo Marcianò alla Diocesi S. Messa ore 17.00 in Cattedrale a Rossano

A conclusione della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Padre Arcivescovo Mons. Santo Marcianò dove ha rivolto il suo saluto alla Diocesi dopo averla guidata per ben sette anni, desidero a nome di tutta la Comunità Parrocchiale esprimere il nostro grazie all'Arcivescovo per tutto il bene che ha seminato in mezzo a noi.
Don Giuseppe

giovedì 21 novembre 2013

mercoledì 20 novembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Non dimenticherò mai il giorno in cui, camminando per una strada di Londra, vidi un uomo seduto, che sembrava terribilmente solo. Andai verso di lui, gli presi la mano e gliela strinsi. E lui esclamò: «Oh, dopo tanto tempo, questa è la prima volta che sento il calore di una mano umana». E poi il suo viso si illuminò. Era una persona diversa. Sentiva che c'era qualcuno che lo voleva veramente, qualcuno che teneva a lui. Per la prima volta capii che un'azione così piccola poteva dare tanta gioia.

giovedì 14 novembre 2013

INIZIO FORMAZIONE

Martedì 19 novembre ore 18.15 riparte la Formazione Parrocchiale per tutti gli Operatori Pastorali, inoltre verrà presentato il logo della nostra Parrocchia 
Carissimi Operatori Pastorali, 
dopo aver vissuto intensamente l’Anno della Fede, “un tempo di grazia che ci ha aiutato a sentire la grande gioia di credere, a ravvivare la percezione dell’ampiezza di orizzonti che la fede dischiude, per confessarla nella sua unità e integrità, fedeli alla memoria del Signore sostenuti dalla sua presenza e dall’azione dello Spirito Santo” (Lettera Enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco); siamo chiamati ora in questo Anno della Missione a riflettere sull’urgenza missionaria. E come ci ha ricordato nella sua Lettera Pastorale Mons. Santo Marcianò “E’ proprio la Persona di Gesù che ci rivela il senso della missione e, mandato dal Padre, ci manda a sua volta, ci affida la missione”(Lettera Pastorale Caritas Christi urget nos). Pertanto, oltre agli incontri diocesani di formazione previsti e alle varie attività parrocchiali già iniziate, ho pensato di riproporvi un incontro mensile di formazione parrocchiale secondo questo calendario:
martedì 19 novembre 2013 ore 18,15 
martedì 14 gennaio 2014
martedì 11 febbraio
martedì 18 marzo 
martedì 29 aprile 
martedì 13 maggio
martedì 10 giugno
Vi aspetto con gioia non mancate
il vostro Parroco Don Giuseppe Ruffo.

mercoledì 13 novembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

«Aprite gli occhi e guardate. » Non c'è solo fame di un pezzo di pane, c'è fame di comprendere l'amore, la parola di Dio., Non si è nudi solo per la mancanza di vestiti, la nudità è la perdita della dignità umana, la perdita della meravigliosa virtù della purezza,così bistrattata ai giorni nostri.

lunedì 11 novembre 2013

Un Santo al mese: San Martino di Tours

11 novembre
Sabaria (ora Szombathely, Ungheria), 316-317 - Candes (Indre-et-Loire, Francia), 8 novembre 397

Quattromila chiese dedicate a lui in Francia, e il suo nome dato a migliaia di paesi e villaggi; come anche in Italia, in altre parti d’Europa e nelle Americhe: Martino il supernazionale. Nasce in Pannonia (che si chiamerà poi Ungheria) da famiglia pagana, e viene istruito sulla dottrina cristiana quando è ancora ragazzo, senza però il battesimo. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. E’ in quest’epoca che può collocarsi l’episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. 
Lasciato l’esercito nel 356, raggiunge a Poitiers il dotto e combattivo vescovo Ilario: si sono conosciuti alcuni anni prima. Martino ha già ricevuto il battesimo (probabilmente ad Amiens) e Ilario lo ordina esorcista: un passo sulla via del sacerdozio. Per la sua posizione di prima fila nella lotta all’arianesimo, che aveva il sostegno della Corte, il vescovo Ilario viene esiliato in Frigia (Asia Minore); e quanto a Martino si fatica a seguirne la mobilità e l’attivismo, anche perché non tutte le notizie sono ben certe. 
Fa probabilmente un viaggio in Pannonia, e verso il 356 passa anche per Milano. Più tardi lo troviamo in solitudine alla Gallinaria, un isolotto roccioso davanti ad Albenga, già rifugio di cristiani al tempo delle persecuzioni. Di qui Martino torna poi in Gallia, dove riceve il sacerdozio dal vescovo Ilario, rimpatriato nel 360 dal suo esilio. Un anno dopo fonda a Ligugé (a dodici chilometri da Poitiers) una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa. 
Nel 371 viene eletto vescovo di Tours. Per qualche tempo, tuttavia, risiede nell’altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Di qui intraprende la sua missione, ultraventennale azione per cristianizzare le campagne: per esse Cristo è ancora "il Dio che si adora nelle città". Non ha la cultura di Ilario, e un po’ rimane il soldato sbrigativo che era, come quando abbatte edifici e simboli dei culti pagani, ispirando più risentimenti che adesioni. Ma l’evangelizzazione riesce perché l’impetuoso vescovo si fa protettore dei poveri contro lo spietato fisco romano, promuove la giustizia tra deboli e potenti. Con lui le plebi rurali rialzano la testa. Sapere che c’è lui fa coraggio. Questo spiega l’enorme popolarità in vita e la crescente venerazione successiva. 
Quando muore a Candes, verso la mezzanotte di una domenica, si disputano il corpo gli abitanti di Poitiers e quelli di Tours. Questi ultimi, di notte, lo portano poi nella loro città per via d’acqua, lungo i fiumi Vienne e Loire. La sua festa si celebrerà nell’anniversario della sepoltura, e la cittadina di Candes si chiamerà Candes-Saint-Martin. (Dal sito santiebeati.it)

mercoledì 6 novembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Come si impara a pregare? Pregando. Molto difficile pregare se non si sa come fare. Dobbiamo aiutarci a imparare. Pregate con fede assoluta nelle cure amorevoli che Dio vi riserva e lasciate che vi riempia di gioia affinché possiate predicare senza predicare.

lunedì 4 novembre 2013

Novembre: mese della Comunione dei Santi

Aprendo la catechesi dell'Udienza del 30 ottobre 2013, Papa Francesco ha innanzitutto citato il Catechismo, laddove viene specificata la distinzione tra “comunione alle cose sante” e “comunione tra le persone sante” (cfr. n° 948).
La seconda definizione, ha osservato il Papa, è “una verità tra le più consolanti della nostra fede, poiché ci ricorda che non siamo soli ma esiste una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo”.
Si è “santi” in primo luogo quando si crede nel Signore Gesù e quando si è “incorporati a Lui nella Chiesa mediante il Battesimo”; al punto che “i primi cristiani erano chiamati anche “i santi” (cfr At 9,13.32.41; Rm 8,27; 1Cor 6,1)”.
Prima della sua Passione, Gesù prega il padre per la comunione di tutti i suoi discepoli (cfr.Gv 17,21), quindi la Chiesa “nella sua verità più profonda, è comunione con Dio, familiarità con Dio, comunione di amore con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo, che si prolunga in una comunione fraterna”, ha aggiunto il Papa.
La relazione tra Gesù e il Padre è la “matrice” del legame tra tutti i cristiani. Solo se siamo inseriti “in questa fornace ardente di amore che è la Trinità, allora possiamo diventare veramente un cuore solo e un’anima sola tra di noi, perché l’amore di Dio brucia i nostri egoismi, i nostri pregiudizi, le nostre divisioni interiori ed esterne”.
È quindi l’esperienza della “comunione fraterna” che conduce alla comunione con Dio. Il secondo aspetto della comunione dei santi sottolineato da papa Francesco è quindi il fatto che “la nostra fede ha bisogno del sostegno degli altri, specialmente nei momenti difficili”.
Sostenersi vicendevolmente nella “avventura meravigliosa della fede” è assai importante e niente affatto scontato: c’è infatti una “tendenza a chiudersi nel privato” che “ha influenzato anche l’ambito religioso, così che molte volte si fa fatica a chiedere l’aiuto spirituale di quanti condividono con noi l’esperienza cristiana”, ha aggiunto il Santo Padre.
“Insicurezze, smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede” sono stati sperimentati da qualunque cristiano: per uscirne “è necessario confidare nell’aiuto di Dio, mediante la preghiera filiale, e, al tempo stesso, è importante trovare il coraggio e l’umiltà di aprirsi agli altri”. La comunione dei santi è infatti, “una grande famiglia” dove tutti i membri “si aiutano e si sostengono tra di loro”.
La comunione dei santi, tuttavia, “va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre”; essa “non viene spezzata dalla morte, ma, grazie alla Risurrezione di Cristo, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna”.
Tra vivi e morti c’è un “legame indissolubile” e i battezzati quaggiù sulla terra formano “una sola grande famiglia” con le anime del Purgatorio e i beati del Paradiso. Tra cielo e terra si intreccia una comunione che “si realizza specialmente “nella preghiera di intercessione che è la più alta forma di solidarietà, ed è anche alla base della celebrazione liturgica di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti, che vivremo nei prossimi giorni”.
Papa Francesco ha concluso la catechesi, ricordando che il cammino di fede sulla terra – al  termine del quale “ci troveremo un’altra volta lassù, in Cielo” – va vissuto “con fiducia” e “con la gioia di avere tanti fratelli battezzati che camminano con noi, e anche con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che fanno questa strada per andare al Cielo, e anche con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che sono in Cielo e pregano Gesù per noi”.

giovedì 31 ottobre 2013

“No Halloween!!!”: le attività pianificate dalle parrocchie

Dal quotidiano online Gazzetta del sud 

di ANTONIO IAPICHINO - “No Halloween!!!!” Due parrocchie cittadine, “San Giovanni Battista” e “San Francesco d’Assisi” hanno pianificato per stasera (31 ottobre) due distinte iniziative per dare una risposta cristiana alla manifestazione che si festeggia prevalentemente negli Stati Uniti e che da qualche anno ha preso piede anche in Italia. <<Con la festa di Halloween>>, ha sottolineato don Giuseppe Ruffo (parroco di San Giovanni Battista) <<penso che non solo la società italiana stia perdendo un po’ il senno, il senso della vita, ma che anche noi cristiani elogiamo una festa che non appartiene alla nostra cultura italiana né tanto meno alla nostra tradizione cristiana>>. Il parroco della popolosa zona di sottoferrovia si rammarica per il fatto che <<anche le scuole stanno inculcando una festa che non è nostra, dimenticando, invece, la Festa del 1° novembre, Solennità di Tutti i Santi>>. A giudizio del sacerdote non c’è festa più significativa <<nel ricordare tutti coloro che hanno vissuto santamente in questo mondo annunciando con la loro vita Gesù Cristo>>. Don Giuseppe, per di più, ha messo in risalto che <<in breve tempo Halloween è divenuta anche un’occasione commerciale di festa e sdrammatizzazione del mondo occulto di streghe, maghi e spiriti maligni sottovalutando così che essa  resta associata ad una dimensione diabolica>>. E ha commentato: <<Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi>>. A suo giudizio <<l'uomo sta diventato il dio di se stesso, esattamente ciò che vuole il demonio>>. La comunità parrocchiale di “San Giovanni” durante questo periodo sta ribadendo con forza il suo “no ad Halloween”. Per dare ancora più voce a questo no, ha organizzato per stasera (giovedì 31 ottobre) alle ore 21, in oratorio l’iniziativa “S. Giovanni’ s Got Talent”, occasione propizia per creare un clima sereno, familiare e di comunione proprio come desidera il Vangelo.

mercoledì 30 ottobre 2013

Il nostro NO ad HALLOWEEN è S. GIOVANNI' GOT TALENT

(sano divertimento no a ricorrenze magiche e quindi compleanno del diavolo)
Giovedì 31 ottobre 2013 ore 21.00 presso il salone dell'oratorio parrocchiale

martedì 29 ottobre 2013

2 Novembre Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti

«La Speranza non delude essa anima la nostra vita».
Ore 08.00 Lodi - S. Messa (in Parrocchia)
Ore 10.00 S.Messa al Cimitero 
Ore 17.30 S. Messa pregheremo per i fratelli defunti dal novembre 2012 ad ottobre 2013 della nostra comunità parrocchiale (in Parrocchia) 
Gesù è morto ed è risorto; così anche quelli che sono morti in Gesù, Dio lì radunerà insieme con lui. E come tutti muoiono in Adamo, così tutti in Cristo riavranno la vita.

1 Novembre Solennità di tutti i Santi e Primo Venerdì del mese

«Grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Ore 09.00-10.15 Adorazione Eucaristica
Ore 10.30 - 17.30 S. Messe
I Santi sono uomini e donne felici, sono uomini e donne che hanno trovato il loro vero centro in Dio, uomini e donne che hanno operato la conversione dell'avere all'essere e dall'essere al donare. Celebrando la loro festa siamo invitati a partecipare, nella fede, alla loro esperienza di letizia e di gioia.

lunedì 28 ottobre 2013

Venerdì 25 Ottobre alle ore 20.30 Veglia Missionaria Parrocchiale

Ampia partecipazione della comunità alla Veglia Missionaria Parrocchiale presieduta dal Parroco e Direttore dell'Ufficio Missionario Diocesano Don Giuseppe Ruffo e animata dal gruppo giovanissimi della parrocchia che con grande entusiasmo hanno animato e pregato.
“Sulle Strade del Mondo” è stato lo slogan non solo della veglia ma della 87º Giornata Missionaria Mondiale 2013, questo tema esprime l’esigenza di coniugare lo Spirito missionario con la vita di tutti i giorni, in un mondo bisognoso di redenzione, segnato da profonde trasformazioni sociali, politiche, economiche e cultuali. Don Giuseppe durante l’omelia ci ha sottolineato come il compito missionario sia proprio di ogni battezzato, pertanto tutti noi siamo chiamati ad annunciare il Vangelo fino alle “periferie” del nostro territorio, così come ama ricordaci Papa Francesco, non solo con le parole ma soprattutto con le opere. Oltre a questo appuntamento in Parrocchia abbiamo così vissuto l’Ottobre Missionario: al Mattino ore 08.00 lodi e S. Messa e al pomeriggio ore 16.00-17.30 Lunedì, mercoledì e venerdì Adorazione Eucaristica; ore 17.00 Martedì, Giovedì e Sabato Rosario Missionario. Concluderemo l’Ottobre Missionario giovedì 31 ottobre alle ore 17.30 con il Vespro di ringraziamento preceduto dall’Adorazione Eucaristica.

giovedì 24 ottobre 2013

Veglia Missionaria diocesana celebrata a S. Teresa Rossano

Ogni anno, nel mese di Ottobre, viene celebrata nella chiesa la Giornata Missionaria Mondiale. Una bella occasione per rinnovare il proprio impegno di annunciare il Vangelo al mondo, incominciando dall'ambiente in cui viviamo e operiamo. La vocazione alla missione è propria di ogni battezzato e deve essere manifestata soprattutto nei luoghi dove Cristo e il suo messaggio non sono ancora accolti né conosciuti. L’appuntamento ha un significato molto ampio: le comunità cristiane (famiglie, parrocchie, istituti religiosi, associazioni laicali) non possono dirsi tali se non sono "missionarie". La chiesa, ci ricorda il Concilio, è per sua natura missionaria (Ad Gentes, 2). Cristo l'ha fondata e voluta così. In occasione dell'87a giornata,  dal tema: “Sulle strade del mondo l'apposito Ufficio diocesano, in collaborazione con quello liturgico, ha organizzato sabato 19 ottobre alle ore 20:00 una veglia che si è celebrata a Rossano Scalo, nella parrocchia "S. Teresa di Gesù Bambino". Presieduta dal nostro arcivescovo Santo Marcianò, è stata fortemente partecipata. Il pastore ha sottolineato più volte l'urgenza della missione nel nostro territorio.
Bella e profonda la testimonianza di don George, parroco al Destro di Longobucco, il quale parlandoci del suo cammino, delle difficoltà incontrate, della sua famiglia, dell'India, ci ha introdotti nel 'mistero semplice della preghiera,' fulcro per la vita della sua gente perseverante in essa, con la forza che solo l'amore di Cristo può dare.
Grazie don George! Un momento colmo di commozione, poi, è stato quando l'arcivescovo ha conferito il sacramento della confermazione a un ragazzo disabile, chiamandolo affettuosamente “il mio amico Francesco".
A seguire, don Giuseppe Ruffo, direttore dell'Ufficio organizzatore, ha preso la parola ringraziando tutti e in modo sentito lo stesso mons. Marcianò per la presenza, la sensibilità e l'attenzione dimostrata verso l'ambito pastorale che attiene le missioni.
A conclusione della veglia la commissione dell'Ufficio diretto da don Ruffo consegnava al pastore 1a croce di Papa Francesco,' gesto molto apprezzato dal presule il quale, ringraziandoci per l'operato svolto con serietà nell'arco dell'anno, ha ribadito la stima e la fiducia riposta nella persona di don Giuseppe.
Un grazie di cuore va a don Vittorio Salvati per l'accoglienza e la disponibilità, ai sacerdoti presenti e a tutti coloro che, con tanta fede, hanno partecipato.
I sandali su cartoncino, segno che si è voluto consegnare a fine veglia, possano segnare i passi di ognuno «sulle strade del mondo". 
ROSARIA IUDICISSA

mercoledì 23 ottobre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Pregare è una gioia. La preghiera è la luce dell'amore dì Dio, la preghiera è la speranza della felicità eterna, la preghiera è la fiamma ardente dell'amore di Dio per voi e per me. Preghiamo l'uno per l'altro, poiché questo è il modo migliore per amarsi.

martedì 22 ottobre 2013

HALLOWEEN FESTA ESOTERICA

Maschere mostruose, esseri demoniaci, dannati infernali … poveri nostri ragazzi costretti dalla moda del momento a essere trascinati nella baraonda mediatica e consumistica di tali nefandezze. E noi genitori troviamo anche divertente tutto ciò: ma cosa mai ci può essere di divertente? Io penso che ciascuno di noi si guarda allo specchio e cerca di farsi più bello, più gradevole… migliore, insomma. E invece, per obbedire al solito “lo fanno tutti…”, siamo anche capaci di mettere sulla nostra faccia (o, peggio ancora, sulla faccia dei nostri figli) denti da vampiro e corna di diavolo… proprio un bel progresso, non c’è che dire!!!
E non mi vengano a dire che tutto è innocuo… infatti l’atteggiamento di un travestimento da zombie non può poi suscitare comportamenti da agnellino! Viene invece automatico avventarsi con violenza sugli altri, seppure sotto forma di scherzo… a livello educativo, questa cosiddetta festa… produce pericolose conseguenze…
I cultori di Halloween parlano di riti celtici, cosa che a noi ce ne può importar di meno, non è cultura nostra, non si capisce che significa, ma io vedo invece che sono riti “spenderecci” di tutto l’immaginabile che campeggia nelle vetrine e nell’ingresso dei negozi… e noi abbocchiamo e “imbocchiamo” ai nostri figli cose di assoluta futilità, cedendo alle loro richieste (alla faccia della crisi economica che imperversa nelle tasche delle nostre famiglie) e permettendo l’arricchimento di queste lobby del potere consumistico.
Senza nessuna presunzione e senza volermi atteggiare a moralizzatrice, mi sento, come cattolica e come educatrice che ha a cuore la gioventù, il dovere di segnalare questo grande inganno: genitori, colleghi docenti, educatori, persone che operano nel sociale, prendiamo le distanze da questa pseudo festa che, dietro un’apparente carnevalata, nasconde un rituale esoterico, una mentalità perversa.
A parte che per i giovani può essere anche occasione per eseguire rituali veri e propri ed essere adescati ed iniziati alle sette occulte, e questa è una cosa che sappiamo tutti che esiste, ma la teniamo lontana dalla nostra mente sperando che non tocchi mai la nostra famiglia, anche se poi tra le canzoni ascoltate dai nostri figli c’è anche il rock satanico…
Comunque, restiamo ai pericoli che rappresenta per i più piccoli: questa è una ricorrenza che inneggia al macabro e all’orrore, che sotto forma di gioco fa compiere gesti di stregoneria, spiritismo e satanismo. È una moda che sta invadendo i nostri paesi, i nostri negozi, le nostre scuole, le nostre case (attaccate a magliette, a quaderni, a gadget d’ogni tipo)…
All’apparenza sembrerebbe, come in un secondo Carnevale, che i nostri bambini si travestono e chiedono dolcetti, e che non ci sarebbe di che preoccuparci troppo (quando si limita solo a questo e basta), ma ciò che appare, volutamente, a prima vista, banale ed innocuo, nasconde il tentativo di diffondere nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni una festa pagana estranea e ostile al clima e al contesto di preghiera della nostra fede proprio in coincidenza con le feste cristiane di tutti i Santi e dei fedeli defunti.
Gioire e far festa con i Santi amici di Gesù, non è la stessa cosa che giocare e divertirsi con i demoni e gli spiriti del male (che appaiono esseri simpatici e buoni, guarda un  po’)! Pensare ai morti con rispetto, nella preghiera e nella speranza della Resurrezione, non mi pare la stessa cosa che pensarli come fantasmi, spiriti e zombies!
Ma non vi pare anche a voi che questi bimbi si possano confondere un po’: i santi sono diavoletti e i morti sono spettri? Per non parlare poi di come preserviamo i nostri figli (potrebbero avere lo schock…) non portandoli al cimitero (e invece è bello portarli per ricordare con affetto e pregare per le persone amate) e poi vestirli da fantasmi!!! Che cosa sconclusionata, che assurdità!!!
Bèh, se a qualcuno sta bene così… pazienza… per me non va bene per niente! Io preferisco vivere nella luce e non nelle tenebre, voglio aver fiducia in un mondo dove vale la cultura della vita e non della morte, prediligo una vita dove al primo posto si mette Dio e non satana (neanche per il solo giorno di Halloween e neanche per gioco mi sentirei di mettere satana al primo posto)…
E poi, poveri nostri giovani, come fanno il giorno dopo ad avere momenti di preghiera e di raccoglimento se la notte prima l’hanno trascorsa al veglione tra i rumori assordanti, le luci psicadeliche, i costumi horror e magari musica a tema? Tale festa abominevole distrae l'attenzione dei ragazzi in questi giorni dell'anno che, per noi cristiani, sono dedicati alla solennità di tutti i santi e alla commemorazione dei defunti.
Per non parlare poi che tale pseudo festa, non finisce qui, ma continua (sempre per gioco e per curiosità) con l’acquistare pietre colorate, amuleti e talismani e con la scusa del gioco si arrivano a possedere oggetti del paganesimo, a costruire zucche e quant’altro per tenere lontani gli spiriti inquieti dei morti e a tentare pratiche magiche, sempre per gioco, anche ripetendo fino a scocciare la formuletta "Trick or treat" che i docenti di inglese continuano a tradurre con parole inoffensive (dolcetto o scherzetto), ma di cui ho trovato la traduzione letterale che è "maledizione o sacrificio", perché la formula era ripetuta dai celti che reclamavano offerte per i loro dèi e se non le avevano proferivano delle maledizioni di morte sulla casa.
Si dice che non ci si crede e che è tutto un gioco e intanto la mente plagiata lavora da sé galoppando tra simboli di morte, ignoranza e superstizione.
È indispensabile divertirsi con diavoli che reclamano le anime, gatti neri  (assunti ad esseri demoniaci, poverini!), fantasmi, streghe, vampiri, (la fiera dell'horror)…? Halloween, è una festa pagana, che esalta la cultura esoterica, magica, stregonesca, il tutto mascherato falsamente (e con studiata ambiguità) sotto la forma della festa e del divertimento.
È occasione per far introdurre influssi occulti e riti blasfemi e profanatori nella vita delle persone e una mentalità magico­-demoniaca con cui vogliono sostituire la nostra cultura cristiana. Si mira cioè, in vari modi, a creare un'atmosfera di simpatia intorno alla dannazione eterna, alla magia, a farla apparire buona, utile, addirittura... divertente… per sostituire la cultura cristiana e le sue radici nelle coscienze, nelle culture, nella nostra intelligenza e nel nostro cuore.
Per tutti noi che sentiamo che questo è un problema da non sottovalutare, è fondamentale: pregare e lodare Dio con la gioia nel cuore in una visione ottimistica del mondo e della vita, per riparare, col sorriso sulle labbra, a tutti i tipi di nefandezze praticate durante questa orribile festa; valorizzare le nostre ricorrenze dei Santi e dei Defunti per viverle nella speranza lieta della visione cristiana; onorare le tradizioni della nostra cultura; essere fieri della nostra identità e della nostra religione cristiana; non dimenticare mai che facciamo parte di una famiglia santa dalle radici cristiane e che la vera festa è luce, gioia, vita....

Angela Teresa Marino

lunedì 21 ottobre 2013

giovedì 17 ottobre 2013

Tante attività nella parrocchia “San Giovanni Battista”: azioni per bambini, ragazzi e adulti

Dal quotidiano online IONIONOTIZIE.IT

di ANTONIO IAPICHINO - Avviate tutte le attività nella parrocchia “San Giovanni Battista” di Mirto. Si lavora a pieno ritmo. Una struttura attenta e dinamica, guidata dal giovane parroco, don Giuseppe Ruffo, sta realizzando quotidianamente tante attività, non solo di carattere squisitamente religioso, ma anche di tipo sociale, culturale e ricreativo. Appuntamenti e impegni ogni giorno per i bambini, i ragazzi e i giovanissimi. Fra le varie azioni settimanali, si ricordano: il lunedì il doposcuola le attività dell’oratorio per i bambini frequentanti le classi quarte e quinte della scuola primaria e la prima media. Martedì la catechesi di preparazione alla prima Comunione. Mercoledì la catechesi per la Cresima e attività di oratorio. Giovedì l’oratorio per i bambini di prima, seconda e terza elementare. Nella stessa giornata, alle 18.30, si svolge l’incontro di Azione cattolica giovanissimi. Venerdì Catechismo e possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione (confessione). Sabato si riunisce il gruppo dei ministranti, inoltre alle ore 16 ha luogo l’adunanza dell’Azione cattolica ragazzi (4/10 anni). Domenica alle ore 10.30 la Santa Messa. Per di più, durante il mese di ottobre, dedicato alle missioni, non mancano attività apposite, fra cui il Rosario missionario.

mercoledì 16 ottobre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

È un sentimento meraviglioso avvertire la presenza di Dio e sapere come si prende cura di noi. Condividete questa gioia con gli altri; condividendola restituite la vita alla famiglia. Prego per voi e per il vostro paese affinché possiamo comprendere la grandezza dell'amore di Dio per noi e con quell'amore proteggere il bambino non ancora nato, il più grande dono di Dio per ciascuno di noi e per il mondo.

giovedì 10 ottobre 2013

Giovedì 10 Ottobre 2013 GRAZIE PADRE ARCIVESCOVO... Il Santo Padre Francesco ha nominato S. E. Mons. Santo Marcianò Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia.

La notizia, ufficializzata oggi 10 ottobre dal bollettino quotidiano della Sala Stampa della Santa Sede, è stata comunicata dallo stesso Arcivescovo al clero e ai fedeli dell'Arcidiocesi di Rossano-Cariati riuniti nella Cattedrale, i quali hanno accolto con commozione l'annuncio.
Al nuovo Ordinario Militare vanno gli auguri di tutta la comunità diocesana che accoglie con fiducia la volontà del Signore.
Finora Arcivescovo di Rossano-Cariati Mons. Marcianò nuovo Ordinario Militare.
Il Papa ha nominato Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia S.E. Mons. Santo Marcianò, trasferendolo dalla sede Arcivescovile di Rossano-Cariati. S.E. Mons. Santo Marcianò è nato a Reggio Calabria il 10 aprile 1960. Ha compiuto i suoi studi di Ragioneria e si è laureato in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Messina nel 1982. L'anno successivo ha intrapreso il cammino di discernimento vocazionale presso il Seminario Romano Maggiore e nel 1987 ha conseguito il Baccellierato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. E' stato ordinato Diacono il 24 ottobre 1987 dal Card. Ugo Poletti e il 9 aprile 1988 è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Reggio Calabria. Nel 1989 ha conseguito la Licenza in Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo "S. Anselmo" ed il Dottorato nel corso dell'anno successivo.
Nell’Arcidiocesi di Reggio Calabria ha svolto le seguenti attività pastorali: 1988-1991: Parroco a Santa Venere, Vicario parrocchiale a S. Maria del Divino Soccorso e animatore della pastorale giovanile di A.C.; 1991-1996: Padre Spirituale al Seminario Maggiore Pio XI; dal 1996: Rettore del Seminario Maggiore Pio XI, Docente di Liturgia e Teologia Sacramentaria; dal 2000: Direttore del Centro Diocesano Vocazioni.
È stato poi Vicario Episcopale per il Diaconato permanente e i Ministeri. La nomina di Mons. Santo Marcianò alla sede arcivescovile di Rossano-Cariati, è stata pubblicata il 6 maggio 2006. E’ stato consacrato Vescovo il 21 giugno dello stesso anno.

mercoledì 9 ottobre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà sul vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e camminiamo. Non può essere racchiusa dentro di noi. Trabocca. La gioia è molto contagiosa.

lunedì 7 ottobre 2013

Ottobre: mese mariano

Il mese di ottobre è dedicato al Santo Rosario ed è ricco di avvenimenti mariani. Il giorno 7 ottobre si festeggia la Madonna del Rosario.  La prima domenica di ottobre si recita la Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei.  Il giorno 13 ottobre è l’anniversario dell’ultima apparizione della Madonna di Fatima in cui avvenne il Miracolo del sole.
Il mese di ottobre è dedicato al santo Rosario, singolare preghiera contemplativa con la quale, guidati dalla celeste Madre del Signore, fissiamo lo sguardo sul volto del Redentore, per essere conformati al suo mistero di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Questa antica preghiera sta conoscendo una provvidenziale rifioritura, grazie anche all’esempio e all’insegnamento dell’amato Papa Giovanni Paolo II.”
Questo ci ricordava Papa Benedetto XVI nell’Angelus del 2 ottobre 2005 .
Ed è questo che ci conviene mettere in pratica! Questa pia pratica è stata da sempre molto raccomandata dai Pontefici e dai Santi.

giovedì 3 ottobre 2013

Un Santo al mese: San Francesco d'Assisi Patrono d'Italia

4 Ottobre
Assisi, 1181/2 - Assisi, la sera del 3 ottobre 1226

Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell'età comunale. Figlio di mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Di qui la partecipazione alla guerra contro Perugia e il tentativo di avviarsi verso la Puglia per partecipare alla crociata. Il suo viaggio, tuttavia, fu interrotto da una voce divina che lo invitò a ricostruire la Chiesa. E Francesco obbedì: abbandonati la famiglia e gli amici, condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale povertà. Nel 1209, in seguito a nuova ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città mentre si univano a lui i primi discepoli insieme ai quali si recò a Roma per avere dal Papa l'approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia e dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava frati, fratelli. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1228. Francesco è una delle grandi figure dell'umanità che parla a ogni generazione. Il suo fascino deriva dal grande amore per Gesù di cui, per primo, ricevette le stimmate, segno dell'amore di Cristo per gli uomini e per l'intera creazione di Dio.

mercoledì 2 ottobre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Sappiamo che se vogliamo amare veramente, dobbiamo imparare a perdonare. Perdonate e chiedete di essere perdonati; scusate invece di accusare. La riconciliazione avviene per prima cosa con noi stessi, non con gli altri. Inizia da un cuore puro. Un cuore, puro può vedere Dio negli altri. Noi dobbiamo irradiare l'amore di Dio.

martedì 1 ottobre 2013

Ottobre Missionario 

Ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì 
Ore 08.00 Lodi - S. Messa / 
Ore 16.00-17.30 Adorazione Eucaristica 

Ogni Martedì, Giovedì e Sabato 
Ore 08.00 Lodi - S. Messa / 
Ore 17.00 Rosario Missionario

Giovedì 31 ottobre: 
ore 08.00 Lodi - S. Messa / 
Ore 16.00 Adorazione Eucaristica / 
Ore 17.30 Solenne Vespro di ringraziamento

mercoledì 25 settembre 2013

UN PENSIERO DI MADRE TERESA ALLA SETTIMANA

Cosa ci dice Dio? Egli dice: «Ti ho chiamato per nome, tu sei mio; l'acqua non ti annegherà, il fuoco non ti brucerà, rinuncerò a nazioni per te, tu sei prezioso per me, Io ti amo. Anche se una madre può dimenticare suo figlio, io non ti dimenticherò. Io ti ho forgiato nel palmo della mia mano». Così anche le persone che vengono a contatto con voi sono preziose per Lui. Aiutatele a crescere nella santità, perché la santità non è un lusso riservato a pochi. È un dovere semplice per voi, per me e per tutti.

lunedì 23 settembre 2013

Un Santo al mese: San Pio da Pietrelcina

23 settembre
Pietrelcina, Benevento, 25 maggio 1887 - San Giovanni Rotondo, Foggia, 23 settembre 1968

Quando muore, il 23 settembre 1968, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e, davanti alle circa centomila persone venute da ogni dove ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa lo elevasse alla gloria degli altari lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il mondo come uno dei santi più amati dell’ultimo secolo. 
Francesco Forgione era nato a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. I suoi genitori, Grazio e Giuseppa, erano poveri contadini, ma assai devoti: in famiglia il rosario si pregava ogni sera in casa tutti insieme, in un clima di grande e filiale fiducia in Dio e nella Madonna. Il soprannaturale irrompe assai presto nella vita del futuro santo: fin da bambino egli riceveva visite frequenti di Gesù e Maria, vedeva demoni e angeli, ma poiché pensava che tutti avessero queste facoltà non ne faceva parola con nessuno. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Vuole partire missionario per terre lontane, ma Dio ha su di lui altri disegni, specialissimi. 
I primi anni di sacerdozio sono compromessi e resi amari dalle sue pessime condizioni di salute, tanto che i superiori lo rimandano più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, dove il clima gli è più congeniale. Padre Pio è malato assai gravemente ai polmoni. I medici gli danno poco da vivere. Come se non bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere le terribili vessazioni a cui il demonio lo sottopone, che non lasciano mai in pace il povero frate, torturato nel corpo e nello spirito. 
Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Un numero incalcolabile di uomini e donne, dal Gargano e da altre parti dell’Italia, cominciano ad accorrere al suo confessionale, dove egli trascorre anche quattordici-sedici ore al giorno, per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio. È il suo ministero, che attinge la propria forza dalla preghiera e dall’altare, e che Padre Pio realizza non senza grandi sofferenze fisiche e morali. 
Il 20 settembre 1918, infatti, il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche; il frate delle stimmate si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche sospeso a divinis e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere reintegrato nel suo ministero sacerdotale. 
La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità. A Lei, nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo della Sofferenza”, una delle strutture sanitarie oggi più qualificate a livello nazionale e internazionale, con 70.000 ricoveri l’anno, attrezzature modernissime e collegamenti con i principali istituti di ricerca nel mondo. 
Negli anni ‘40, per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, Padre Pio diede avvio ai Gruppi di Preghiera, una delle realtà ecclesiali più diffuse attualmente nel mondo, con oltre duecentomila devoti sparsi in tutta la terra. Con la “Casa Sollievo della Sofferenza” essi costituiscono la sua eredità spirituale, il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine. 
Da Lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti. 
“Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta. “Sì”, lui rispose, “è la Madonna”. “Essa – diceva il frate di Pietrelcina – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà,la pazienza, il silenzio,la purezza,la carità.“Vorrei avere una voce così forte – diceva - per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”. 
Lui stesso aveva sempre la corona del rosario in mano. Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”. 
Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”. 
Intorno alla sua figura in questi anni si sono scritti molti fiumi di inchiostro. Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri; si conta che approssimativamente sono più di 200 le biografie a lui dedicate soltanto in italiano. “Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato lui con la sua solita arguzia. Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale. Perché tanta devozione per questo san Francesco del sud? 
Padre Raniero Cantalamessa lo spiega così:“Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio – come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi - è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore”. (Dal sito santiebeati.it)